UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Il patto globale è «educare i giovani alla fratellanza»

Nell’ambito del patto educativo globale, il Papa incontra i leader religiosi: impariamo e insegniamo ad accogliere l’altro così come è
8 Ottobre 2021

Un impegno a difendere «con fermezza» i diritti «delle donne, dei minori, dei più deboli» e ad «insegnare alle nuove generazioni a essere voce dei senza voce». Per questo l’educazione «ci sollecita a rigettare e denunciare ogni violazione dell’integrità fisica e morale di ciascuno» e «ci deve portare a capire che nella dignità l’uomo e la donna sono uguali: non ci saranno discriminazioni».

Papa Francesco parla ai rappresentanti delle religioni nel corso dell’incontro in corso in Vaticano sul tema: “Religions and Education: towards a Global Compact on Education”, nell’ambito del Patto educativo globale, evento mondiale indetto dallo stesso Pontefice il 12 settembre 2019 per educare le nuove generazioni alla fraternità, alla pace e alla giustizia. L’iniziativa è promossa dalla Congregazione per l’educazione cattolica e vi prendono parte importanti leader religiosi come il patriarca di Costantinopoli Bartolomeo, il metropolita ortodosso russo Hilarion e il grande imam di al-Azhar Ahmad Muhammad Al-Tayyeb.

«Se nel passato abbiamo tollerato lo sfruttamento e il saccheggio della nostra casa comune – afferma Francesco –, oggi, più consapevoli del nostro ruolo di custodi del Creato affidatoci da Dio, vogliamo essere voce della natura che grida per la sua sopravvivenza e formare noi stessi e le nuove generazioni a uno stile di vita più sobrio ed ecosostenibile». Ecco quindi che l’educazione «ci impegna ad amare la nostra madre terra e a evitare gli sprechi di alimenti e di risorse, nonché ad essere più compartecipi dei beni che Dio ci ha donato per la vita di tutti». «Vogliamo oggi dichiarare – esorta il Pontefice – che le nostre tradizioni religiose, da sempre protagoniste dell’alfabetizzazione fino all’istruzione superiore, rafforzano la loro missione di educare ogni persona nella sua integralità».

Per Francesco «se vogliamo un mondo più fraterno, dobbiamo educare le nuove generazioni a riconoscere, apprezzare e amare ogni persona al di là della vicinanza fisica, al di là del luogo del mondo dove è nata o dove abita». E in particolare «non possiamo tacere alle nuove generazioni le verità che danno senso alla vita». Infatti da sempre le religioni «hanno avuto uno stretto rapporto con l’educazione, accompagnando le attività religiose con quelle educative, scolastiche, accademiche». E così, oggi come nel passato, «con la saggezza e l’umanità delle nostre tradizioni religiose, vogliamo essere di stimolo per una rinnovata azione educativa che possa far crescere nel mondo la fratellanza universale».

Per questo, rimarca il Papa, «ci sta a cuore una formazione integrale che si riassume nel conoscere sé stessi, il proprio fratello, il Creato e il Trascendente». Per questo «non possiamo tacere alle nuove generazioni le verità che danno senso alla vita». E se nel passato «le differenze ci hanno messo in contrasto», oggi «vediamo in esse la ricchezza di vie diverse per arrivare a Dio e per educare le nuove generazioni alla convivenza pacifica nel rispetto reciproco». L’educazione «ci impegna a non usare mai il nome di Dio per giustificare la violenza e l’odio verso altre tradizioni religiose, a condannare ogni forma di fanatismo e di fondamentalismo e a difendere il diritto di ciascuno a scegliere e agire secondo la propria coscienza».

Quindi se nel passato, «anche in nome della religione», si sono «discriminate le minoranze etniche, culturali, politiche e di altro tipo», oggi «noi vogliamo essere difensori dell’identità e dignità di ogni persona e insegnare alle nuove generazioni ad accogliere tutti senza discriminazioni». Perché l’educazione, sottolinea Francesco, «ci impegna ad accogliere l’altro così come è, senza giudicare e condannare nessuno».

Gianni Cardinale

Avvenire, 6 ottobre 2021

(Foto Vatican Media/SIR)