Nell’incontro con i membri del Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede, il 9 gennaio 2020, partendo dal suo viaggio del gennaio scorso a Panama per la Giornata mondiale della gioventù, il Papa ha messo anzitutto a fuoco l’emergenza educativa perché «mai come ora, c’è bisogno di unire gli sforzi in un’ampia alleanza educativa per formare persone mature, capaci di superare frammentazioni e contrapposizioni e ricostruire il tessuto di relazioni per un’umanità più fraterna». Ogni cambiamento – ha detto il Papa – come quello epocale che stiamo attraversando, richiede un cammino educativo, la costituzione di un villaggio dell’educazione che generi una rete di relazioni umane e aperte che metta al centro la persona, favorisca la creatività e la responsabilità per una progettualità di lunga durata e formare persone disponibili a mettersi al servizio della comunità. Per questa ragione ha espresso il desiderio di promuovere, il 14 maggio prossimo, un evento mondiale che avrà per tema: Ricostruire il patto educativo globale. Un incontro volto a «ravvivare l’impegno per e con le giovani generazioni, rinnovando la passione per un’educazione più aperta ed inclusiva, capace di ascolto paziente, dialogo costruttivo e mutua comprensione».
Dopo aver richiamato alla grave questione degli abusi sui minori papa Francesco ha affermato che: «Educare esige di entrare in un dialogo leale con i giovani – ha affermato il Papa – sono anzitutto loro a richiamarci all’urgenza di quella solidarietà intergenerazionale, che purtroppo è venuta a mancare negli ultimi anni. C’è, infatti, una tendenza, in molte parti del mondo, a chiudersi in se stessi, a proteggere i diritti e i privilegi acquisiti, a concepire il mondo dentro un orizzonte limitato che tratta con indifferenza gli anziani e soprattutto non offre più spazio alla vita nascente. L’invecchiamento generale di parte della popolazione mondiale, specialmente nell’Occidente, ne è una triste ed emblematica rappresentazione. Se da un lato – quindi – non dobbiamo dimenticare che i giovani attendono la parola e l’esempio degli adulti, nello stesso tempo dobbiamo avere ben presente che essi hanno molto da offrire».
Sono loro per il Papa a richiamarci costantemente al fatto che la speranza non è un’utopia e la pace è un bene sempre possibile. Lo si è visto nel modo con cui molti giovani si stanno impegnando per sensibilizzare i leader politici sulla questione dei cambiamenti climatici. Sono i giovani a dirci che c’è una sfida urgente, a tutti i livelli, di proteggere la nostra casa comune e «di unire tutta la famiglia umana nella ricerca di uno sviluppo sostenibile e integrale. Essi ci richiamano all’urgenza di una conversione ecologica».