UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Il Papa agli educatori: aiutiamo i giovani a dare il meglio di sé

Papa Leone XIV ha incontrato i Fratelli delle scuole cristiane: “il vostro altare è la cattedra”
19 Maggio 2025

«I giovani del nostro tempo sono un vulcano di vita, di energia, di sentimenti, di idee», ma hanno anche «bisogno di aiuto per far crescere in armonia tanta ricchezza e per superare ciò che ne può ancora impedire il sano sviluppo». Ecco allora il ruolo dei docenti, che sono chiamati a svolgere questo compito come se fosse «un ministero e una missione». Papa Leone XIV indica con chiarezza compiti e ruoli a cui ancora oggi sono chiamati i Fratelli delle scuole cristiane e i docenti dei loro istituti ricevuti ieri in una udienza dedicata. Duplice l’occasione: il terzo centenario della promulgazione della Bolla “In Apostolicae dignitatis solio” con cui Benedetto XIII nel 1725 approvò la regola e la creazione della Congregazione fondata da san Giovanni Battista de La Salle, che proprio 75 anni fa Pio XII proclamò «patrono celeste degli educatori».

Del resto, come ha ricordato nel suo discorso il Papa, La Salle (1651-1719) ha posto nella sua azione educativa «l’attenzione all’attualità», che Leone XIV ha definito «elementi innovativi da lui introdotti in questa rivoluzione pedagogica» E li elenca: « L’insegnamento rivolto alle classi e non più ai singoli alunni; l’adozione, come lingua didattica, al posto del latino, del francese, accessibile a tutti; le lezioni domenicali, a cui potevano partecipare anche i giovani costretti a lavorare nei giorni feriali; il coinvolgimento delle famiglie nei percorsi scolastici, secondo il principio del “triangolo educativo”, valido ancora oggi». Già, perché, come ha sottolineato il Pontefice, quello spirito del fondatore è quanto mai necessario anche oggi per «affrontare gli altri ostacoli odierni», che Leone XIV indica «nell’isolamento che provocano dilaganti modelli relazionali sempre più improntati a superficialità, individualismo e instabilità affettiva; nella diffusione di schemi di pensiero indeboliti dal relativismo; al prevalere di ritmi e stili di vita in cui non c’è abbastanza posto per l’ascolto, la riflessione e il dialogo, a scuola, in famiglia, a volte tra gli stessi coetanei, con la solitudine che ne deriva».

Proprio per questo gli istituti lasalliani sono impegnati ad affrontare queste nuove «sfide impegnative, di cui però anche noi, come san Giovanni Battista de La Salle, possiamo fare altrettanti trampolini di lancio per esplorare vie, elaborare strumenti e adottare linguaggi nuovi, con cui continuare a toccare il cuore degli allievi, aiutandoli e spronandoli ad affrontare con coraggio ogni ostacolo per dare nella vita il meglio di sé, secondo i disegni di Dio». E per poterle affrontare è quanto mai necessario una formazione specifica dei docenti che sono impegnati negli istituti dei Fratelli delle scuole cristiane, che tre secoli fa nacquero gratuite e aperte a tutti in uno scenario nel quale l’educazione delle giovani generazioni non era al centro dell’attenzione dei governi di allora. «È lodevole, in questo senso, l’attenzione che ponete, nelle vostre scuole, alla formazione dei docenti e alla realizzazione di comunità educanti in cui lo sforzo didattico è arricchito dall’apporto di tutti – ha detto il Papa – . Vi incoraggio a continuare su questa strada», anche perché la realtà educativa lasalliana considera «la docenza vissuta come ministero e missione, come consacrazione nella Chiesa», tanto che il fondatore «amava dire che “il vostro altare è la cattedra”, promuovendo così nella Chiesa del suo tempo una realtà fino ad allora sconosciuta: quella di insegnanti e catechisti laici investiti, nella comunità, di un vero e proprio ministero». Lo è a tal punto che i fratelli delle scuole cristiane emettono anche un quarto voto, quello dell’insegnamento, che «appare ancora oggi come una delle esplicitazioni più belle ed eloquenti di quel munus sacerdotale, profetico e regale che tutti abbiamo ricevuto nel Battesimo, come sottolineano i documenti del Concilio Vaticano II». La realtà lasalliana è presente in 80 Paesi nel mondo, con tremila religiosi che operano assieme a 90mila tra educatori ed educatrici in oltre 1.100 opere educative per un milione di studenti. «Mi auguro che le vocazioni alla consacrazione religiosa lasalliana crescano, che siano incoraggiate e promosse, nelle vostre scuole e fuori di esse, e che, in sinergia con tutte le altre componenti formative, contribuiscano a suscitare tra i giovani che le frequentano gioiosi e fecondi cammini di santità», ha concluso Leone XIV.

Enrico Lenzi

Avvenire, 16 maggio 2025