Una università “in uscita” è il modello cui aspirare affinché il mondo accademico possa realizzare a pieno il proprio compito, non solo sul piano didattico ma anche umano. Questo il messaggio risultante dalla tre– giorni di studio, dibattito e confronto in occasione del XIV Simposio internazionale dei docenti universitari che ha avuto come tema “La terza missione delle università, dei centri di ricerca e delle istituzioni dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica in Europa. Per uno sviluppo umano e globale”.
L’evento, promosso dall’Ufficio diocesano per la pastorale universitaria, in collaborazione con il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, la rappresentanza in Italia della Commissione europea, il Comitato dei rettori delle università del Lazio e il Comitato dei rettori delle Università pontificie di Roma, è stato aperto giovedì pomeriggio, in un’aula magna gremita dell’Università Lateranense e si è concluso ieri. Nel suo saluto iniziale, il vescovo ausiliare Lorenzo Leuzzi, direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale universitaria, ha evidenziato «l’importanza di rilanciare, nell’epoca del cambiamento, le due missioni primarie dell’università, ricerca e didattica», in una nuova sintesi che miri «alla progettualità in un contesto socio–culturale tutto da scoprire e da servire». Quanto alla responsabilità dei docenti in questa prospettiva, ha sottolineato che «non ci sarà e non potrà mai esserci una vera terza missione dell’università se non si lasceranno guidare da un profondo senso del dovere». Sono stati quasi 300 i relatori intervenuti, 32 le sessioni di lavoro, che hanno interessato la giornata di venerdì e hanno toccato dai temi economici a quelli della comunicazione, dalla psicologia e filosofia alla finanza, passando per la bioetica e la teologia. Ancora, vanno segnalati i quattro forum di approfondimento dedicati ai centri di ricerca, ai dirigenti amministrativi, alle istituzioni dell’alta formazione artistica e coreutica e infine alla sanità.
Sempre venerdì, presso la sede distaccata dell’Università di Tor Vergata di Villa Mondragone, a Monte Porzio Catone, ha avuto luogo l’incontro degli oltre 50 rettori europei e del Mediterraneo quale momento proficuo di riflessione mutidisciplinare, ancor più in occasione del 60mo anniversario dei Trattati di Roma. A guardare «alla dimensione umanistica su cui è fondata l’identità europea» ha invitato, nel suo intervento in apertura dei lavori, la senatrice Valeria Fedeli, ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca definendo la terza missione del mondo accademico «uno strumento fondamentale per il superamento dell’approccio tecnocratico, elitario e competitivo» a favore di quello «proprio della tradizione continentale che è democratico e inclusivo». Tra i tanti interventi che hanno arricchito questa assise, due quelli più partecipati e sentiti, a cominciare dalla presentazione del Cern, l’Organizzazione europea per la ricerca nucleare, ad opera della direttrice generale Fabiola Gianotti.«Lo studio dell’infinitamente piccolo – ha spiegato la fisica – ci permette di comprendere l’infinitamente grande andando all’origine: si tratta di passione per la conoscenza, di capire il mondo in cui viviamo e renderlo più degno di essere abitato». Nel pomeriggio di venerdì, la lectio magitralis dal titolo “Il sogno, la concretezza e la profezia nelle società dell’utopia” con la prolusione del giurista Cesare Mirabelli, presidente emerito della Corte costituzionale. Ieri mattina, infine, sempre alla Lateranense, la sintesi dei lavori e le prospettive di impegno scaturite dal Simposio.
Michela Altoviti
Roma Sette, 25 giugno 2017
«Riflettere sul fondamentale ruolo della istituzione accademica nell’educazione umana e culturale delle giovani generazioni, in un ambito sociale profondamente trasformato ». Con queste parole papa Francesco attraverso un telegramma ha voluto salutare i numerosi partecipanti al XIV Simposio internazionale dei docenti universitari, promosso dall’Ufficio per la pastorale universitaria della diocesi di Roma, in collaborazione con il ministero dell’Istruzione e la rappresentanza in Italia della Commissione europea, che è aperto l’altro giorno alla Pontificia Università Lateranense, e che ha avuto come filo con- duttore il tema “La terza missione delle università, dei centri di ricerca e delle istituzioni dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica in Europa. Per uno sviluppo umano e globale”. E all’incontro che si conclude questa mattina, hanno partecipato oltre 300 relatori provenienti da tutta Europa, si sono svolte 32 differenti sessioni di lavoro che hanno toccato differenti tematiche, e una tavola rotonda che ha raggruppato oltre 50 rettori giunti da differenti paesi dell’area mediterranea. «La terza missione dell’università – ha sottolineato il ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli, presente alla cerimonia inaugurale – è quella di saper coniugare il settore accademico con il sistema economico e sociale. L’eccellenza di una università non vuol dire un’esclusività per pochi, ma puntare invece su una formazione culturale aperta a tutti, e preservando il ruolo primario di trasmissione del sapere alle generazioni future». E compito dell’università è anche quello di favorire nuove progettualità, e offrire soluzioni culturali innovative. «Senza l’università – ha sottolineato il vescovo Lorenzo Leuzzi, delegato della pastorale universitaria diocesana – non sarà possibile l’avvio di una nuova elaborazione culturale per costruire la società nel cambiamento d’epoca, come più volte indicato da papa Francesco». E tra le varie sessioni, anche quella dedicata alla comunicazione sul tema “Comunicare speranza e fiducia in Europa”. «Chi si occupa di comunicazione oggi – ha spiegato Giacomo Mazzone segretario generale Eurovisioni – ha la grande responsabilità di educare a non avere paura del futuro. Bisogna sapere dare anche le notizie peggiori cercando però di non dimenticare mai di infondere uno sguardo di speranza nel nostro tempo». Questa mattina ci saranno la sintesi dei lavori dei differenti workshop con le prospettive di impegno verso il prossimo XV Simposio internazionale.
Marina Tomarro
Avvenire, 24 giugno 2017