UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Il futuro delle studentesse afghane in Italia per sostenere la ricerca

Il progetto della fondazione Ebri-Rita Levi Montalcini
10 Febbraio 2022

Contribuiranno anche loro, un domani, a comprendere qualcosa di più e quindi ad aiutare i malati di Alzheimer, Parkinsons e di tutte quelle malattie degenerative del cervello ancora per molti versi sconosciute. Si tratta delle studentesse afghane. Donne e ricercatrici che hanno visto improvvisamente chiudersi nel loro Paese la possibilità di proseguire gli studi: da ieri, una di loro (la prima) è arrivata a Roma per partecipare al progetto della Fondazione Ebri (European Brain Research Institute) Rita Levi- Montalcini. Un nuovo percorso, con la speranza di un futuro migliore, grazie alla possibilità di proseguire negli studi e nella ricerca in Italia. «Sono molto felice ed entusiasta dell’opportunità che mi viene offerta – esulta la giovane (che deve rimanere anonima per questione di sicurezza, ndr) – Vivere in Afghanistan non è un posto sicuro e la lotta per l’istruzione delle donne è ancora più dura perché ci sono molte restrizioni. Spero solo di poter essere d’aiuto per quelle persone, meno fortunate di me».

È molto grato alla Fondazione Ebri e a quanti hanno reso possibile questo importante progetto, l’Ambasciatore Pasquale Terracciano, direttore generale per la Diplomazia Pubblica e Culturale della Farnesina, sottolineando come l’iniziativa consentirà «a una giovane e meritevole ricercatrice afghana di proseguire le proprie ricerche presso una nostra riconosciuta eccellenza». «Sin dai primi frangenti della crisi afghana, la società civile italiana ha dato prova di grande solidarietà – ha aggiunto Terracciano – La Farnesina si pone al servizio di questo sforzo corale per consentire, attraverso un’opera di coordinamento, razionalizzazione e facilitazione dei diversi tipi di offerte, la realizzazione delle legittime aspirazioni delle giovani e dei giovani afghane a un futuro migliore».

La prima ricercatrice è stata individuata con l’aiuto della The World Academy of Science (Unesco-Twas, Trieste). È laureata in Fisica e inizierà la propria attività il prossimo mese di giugno, inserendosi in alcuni dei progetti in corso all’Ebri nel campo degli studi sul cervello (analisi di big data, intelligenza artificiale applicata alle Neuroscienze, analisi di segnali elettrici ed ottici nel cervello) per combattere le gravi patologie neurodegenerative, tra cui l’Alzheimer, e del neurosviluppo, che colpiscono milioni di persone in tutto il mondo.

«L’Ebri crede fortemente in questo progetto – spiega Antonino Cattaneo, Linceo, presidente del centro di ricerca internazionale – che dona alle ricercatrici la possibilità di portare avanti le proprie aspirazioni e alla nostra Fondazione l’opportunità di confermare la propria vocazione internazionale. Per questo non vogliamo fermarci qui, ma intendiamo dare continuità al sostegno alle giovani afghane attraverso la ricerca di ulteriori partner per questa iniziativa di grande spessore scientifico e umanitario».

Le studentesse afghane costituiranno per l’Ebri anche un potenziale arricchimento di ricerca: «Siamo certi che le ragazze sapranno dare un grande contributo ai progetti della Fondazione – ha commentato Enrico Cherubini, direttore scientifico – e per tutti noi sarà un’esperienza entusiasmante di contaminazione culturale, scientifica e umana». Il progetto è sostenuto anche dalla Fondazione Tim e Angelini Pharma.

(D.Fas.)

Avvenire, 9 febbraio 2022