UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Il dialogo del card. Zuppi con gli studenti di Pavia

Il Presidente della CEI ospite all’Almo Collegio Borromeo si è confrontato con i ragazzi e con il direttore di “Avvenire”, Girardo
27 Novembre 2024

Una serata che ha toccato i cuori, a partire da un assunto di fondo: «La Chiesa è lievito: non dobbiamo avere paura di essere nel mondo». Il cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Cei, nella serata di lunedì 25 novembre è stato ospite dell’Almo Collegio Borromeo di Pavia per partecipare al confronto con il direttore del quotidiano Avvenire Marco Girardo sul tema “Fantasia creativa: superare muri e steccati”; nel corso della serata, durante la quale sono giunte anche diverse domande da parte dei numerosi studenti presenti, è stata consegnata la Medaglia Borromaica, il riconoscimento più prestigioso del Collegio, al co-fondatore di Avvenire Giuseppe Ferraris Mortarino.

«Il nostro errore, negli scorsi anni, è non aver curato la “manutenzione della pace” – ha sottolineato il cardinale Zuppi durante il suo intervento -: il risultato è che oggi intervenire in una situazione di emergenza è più difficile. Però non bisogna cadere nella rassegnazione: servono amore e umiltà, che rappresentano l’esatto contrario di chi si rassegna. Spesso ci troviamo di fronte a muri e steccati e terribili, che ci portano a pensare: non si può fare niente. Invece si può sempre fare: guardiamo, ad esempio, l’ostinazione con la quale papa Francesco cerca la via della pace. Mi auguro di cuore che la Chiesa non si rassegni mai».

Parlando di comunicazione, Zuppi ha sottolineato l’esempio positivo di Avvenire che «spesso ospita opinioni e interventi che non sono quelle del mondo cattolico tradizionale. Per fortuna, aggiungo io. È grave aver paura delle idee». Tornando a parlare del tempo in cui viviamo, con le guerre in corso in diverse parti del mondo, il cardinale Zuppi ha spiegato che «essere artigiani della pace non significa imbottirsi gli occhi di idealità; vuol dire, al contrario, che gli occhi vanno aperti per sfuggire a un’idea di polarizzazione, di scontro, di ignoranza. Non dobbiamo mai dare per scontata la pace: impariamo a diventarne attenti manutentori per non tradire chi, dopo la Seconda guerra mondiale, ci aveva consegnato un mondo con la speranza di una pace continua».

«L’esercizio di responsabilità è fondamentale per chi esercita il mestiere di giornalista – ha spiegato Marco Girardo –. Oggi per comunicare in maniera efficace si deve lavorare insieme, tornando alla semplicità del messaggio che non significa, però, una banale semplificazione. Occorre aggiungere valore informativo alle notizie che si trasmettono ai lettori, che sono persone prima di essere ‘consumatori’; inoltre vanno recuperate le storie che meritano di essere raccontate».

Simona Rapparelli

Avvenire Milano, 27 novembre 2024