UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

I doposcuola sono pronti per la didattica a distanza

Nella diocesi di Milano prosegue il progetto “Nessuno resti indietro” che vede protagonisti i doposcuola parrocchiali e la Caritas
21 Ottobre 2020

A settembre sono stati consegnati ai doposcuola parrocchiali i primi 25 computer del progetto contro il digital divide “Nessuno resti indietro”. I dispositivi sono tati affidati in comodato gratuito ai ragazzi di famiglie povere che, durante i mesi scorsi, avevano avuto difficoltà a seguire le lezioni online. I nuovi dispositivi permetteranno ai volontari di seguire alunni e studenti da remoto. Inoltre potranno essere utili nel caso si dovesse tornare alla didattica a distanza anche solo per periodi limitati di tempo.

Il progetto è nato per colmare il divario tecnologico che, durante il lockdown, ha colpito duramente proprio i più svantaggiati. A regime prevede la distribuzione di 200 device per una platea di mille minorenni. “Nessuno resti indietro” prevede tre azioni, identificate dall’acronimo “Rap”: (R)idurre il gap tecnologico, (A)ccompagnare relazioni educative che integrino la tecnologia, (P)revenire la dispersione scolastica.

Quindi oltre ai pc portatili, gli alunni e studenti che frequentano i doposcuola parrocchiali ricevono l’assistenza a distanza nella preparazione alle lezioni e allo svolgimento dei compiti. L’intervento era stato deciso in seguito a un’indagine condotta nei mesi della quarantena tra i responsabili dei 302 doposcuola parrocchiali presenti nella diocesi di Milano.

Dalla ricerca era emerso che un alunno su due non era riuscito a seguire le lezioni a distanza e uno su cinque non possiede un pc, un tablet o una connessione internet. Dalle interviste compiute risultava che le più penalizzate sono state le famiglie numerose che hanno dovuto condividere gli strumenti tecnologici tra i figli in spazi abitativi ridotti; le famiglie economicamente più fragili, ulteriormente impoverite dall’interruzione o dalla perdita del lavoro per il lockdown; le famiglie meno attrezzate culturalmente, che non erano riuscite ad assistere adeguatamente i figli nello svolgimento dei compiti assegnati dai docenti, nei casi in cui per le modalità con cui si sono svolte le lezioni a distanza, era necessario un loro significativo supporto.

f.c.

“Il Segno” della Diocesi di Milano