Arriva l’obbligo del Green pass nella scuola, che a settembre ripartirà in presenza, nelle università e nei trasporti a lunga percorrenza. Il Consiglio dei ministri ha approvato ieri sera il nuovo decreto che impone la misura anche agli studenti universitari e prevede tra l’altro la sospensione dello stipendio per il personale scolastico che non presenta la certificazione anti Covid. Le misure vanno ad affiancarsi a quelle in vigore già da oggi per bar, ristoranti, impianti sportivi e spettacoli.
«Con cautela e allo stesso tempo con coraggio siamo andati incontro alle esigenze dell’economia e siamo riusciti a tenere sotto controllo la curva del contagio», ha affermato il presidente del Consiglio Mario Draghi durante il Cdm. Nella conferenza stampa successiva il premier non si è presentato (il provvedimento «è complesso, lasciamo ai ministri il compito di illustrarlo», è stata l’indicazione di Palazzo Chigi). Così è stato il ministro della Salute Roberto Speranza ha sintetizzare il senso delle decisioni. «La scelta del governo è investire sul pass per evitare chiusure e tutelare libertà». Prima la cabina di regia presieduta da Draghi, poi la riunione di governo hanno permesso di quadrare il cerchio di un provvedimento digerito a fatica dalla Lega. Alla fine Matteo Salvini ha incassato senza proteste i vincoli posti a tutto il personale dell’istruzione. Ma nel partito resta qualche mal di pancia.
La discussione sui diversi punti è stata minuziosa, ma senza particolari attriti. Il ministro Massimo Garavaglia, per la Lega, non si è opposto all’obbligo di certificato verde avanzando richieste su aspetti specifici come lo stop al Green pass per gli ospiti degli alberghi, che potranno recarsi nei bar e ristoranti interni alle strutture ricettive senza certificazioni. La discussione sulla data di entrata in vigore sui mezzi di trasporto (aerei, traghetti, treni e pullman a lunga percorrenza) ha trovato una mediazione nella data del primo settembre per non penalizzare chi è partito per le vacanze senza il certificato.
Anche al tavolo di governo non si sono registrati particolari scossoni. Per riaprire la scuola in presenza e in sicurezza ci sono «quasi due miliardi» di fondi, ha sottolineato il ministro Bianchi. Regioni e Comuni potranno imporre la didattica a distanza solo in casi «eccezionali» di focolai e agendo in modo circoscritto. Per il personale scolastico e universitario che non esibirà il certificato verde la sospensione dello stipendio scatterà dopo cinque giorni di assenza ingiustificata. In dubbio fino all’ultimo l’obbligo per gli studenti universitari, per il rischio di confliggere con il diritto allo studio, ma la scelta del Cdm è stata quella imporre il pass anche a loro. Restano fuori, invece, i ragazzi fino a 18 anni (si era pensato all’obbligo già dai 16 anni). Per favorire l’accesso al pass dei non vaccinati arriva il prezzo calmierato per i tamponi: fino alla fine di settembre costerà 8 euro per i ragazzi fino a 18 anni. Anche i prof no vax potranno entrare in classe, ma solo esibendo un tampone fatto nelle 48 ore precedenti o se già guariti.
La Lega sostiene di avere ottenuto l’introduzione dei test salivari nelle scuole. Ma la misura è in via di valutazione, ha frenato il ministro Bianchi. Nulla di fatto, per ora, sulle regole per il mondo del lavoro privato: Lunedì Speranza e il collega del Welfare, Andrea Orlando, incontreranno le parti sociali.
Resta fuori dal perimetro degli obblighi il trasporto pubblico locale e regionale (compresi i traghetti sullo stretto di Messina): il controllo sui pass sarebbe stato ingestibile. Per il ministro Enrico Giovannini lo stato dei trasporti urbani e suburbani a settembre sarà comunque «molto più adeguato ai bisogni» grazie ai servizi aggiuntivi mesi in campo. Il limite di riempimento dei mezzi sarà dell’80% anche nelle regioni in zona gialla. Quanto alle vaccinazioni, Speranza ha parlato di numeri incoraggianti: superate le 70 milioni di dosi, siamo al 72% dei vaccinabili raggiunti, e al 68% della popolazione vaccinata almeno con una dose. Intanto l’Italia ha già prenotato le dosi per la terza voce di vaccino: «Ne abbiamo a sufficienza», ha rivelato il ministro. Ma il governo attenderà le indicazioni delle autorità sanitarie per decidere come procedere.
Nicola Pini
Avvenire, 6 agosto 2021