UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Gli studenti ucraini: «Il nostro futuro parte dall’Italia»

Parlano i profughi accolti al “Gonzaga” dei Gesuiti di Palermo. A Bari l’istituto Preziosissimo Sangue dona luminarie alle famiglie in fuga dalla guerra
16 Dicembre 2022

La pace comincia dai piccoli gesti quotidiani, come aprire la porta di casa a chi si trova nel bisogno. Così ha fatto una famiglia del Gonzaga Campus di Palermo, istituto scolastico gestito dai Gesuiti, che, dall’inizio della guerra, ospita una giovane studentessa ucraina, che nel capoluogo siciliano ha trovato una nuova famiglia e tanti amici. Arrivata in Italia poche settimane dopo l’inizio dell’aggressione russa, Josephine, vive da quasi un anno come «terza figlia» di una famiglia legata all’opera educativa dei gesuiti palermitani.

Questa sera racconterà la propria storia durante la tradizionale Cena natalizia di solidarietà, cui parteciperanno i dodici bambini e ragazzi accolti nel Campus, insieme agli studenti siriani e iracheni anch’essi ospitati nell’istituto cattolico siciliano.

«In Italia mi trovo bene, ma il mio pensiero va continuamente ai miei genitori, rimasti in Ucraina», racconta Josephine. «A scuola sono tutti molto buoni con noi – prosegue la studentessa ucraina –. Spero che la guerra finisca al più presto e che il mio paese possa essere ricostruito e diventare bello come Palermo. Grazie a tutti: da voi non mi sento sola», sono le parole di gratitudine della giovane per chi le ha spalancato la casa e il cuore.

«Per noi e per i nostri due figli questa esperienza è un grande dono», sottolinea la mamma affidataria. «La nostra casa è sempre stata molto aperta e siamo contenti di poterlo fare anche in questo modo», sottolinea la donna, in prima fila nell’assistenza ai piccoli profughi di guerra. Dei dodici ospitati al Gonzaga, otto sono adolescenti tra i 14 e i 17 anni e frequentano il Gonzaga International School Palermo, mentre quattro dai 3 ai 10 anni, sono stati inseriti alla scuola dell’infanzia e alla primaria. «I primi giorni sono stati molto faticosi», ricorda Danil, arrivato a Palermo insieme al fratello. «Io e gli altri ragazzi ucraini siamo stati fortunati – riconosce Sasha –. Fin da subito abbiamo instaurato un buon rapporto di amicizia con i nuovi compagni di scuola. La nostra vita di prima e il nostro Paese ci mancano – si rabbuia il giovane –. Tutti noi abbiamo il desiderio che il conflitto finisca presto per poter tornare a casa dalle nostre famiglie. Nel frattempo – conclude Sasha – è importante riuscire a continuare gli studi per avere la possibilità di costruirci un futuro».

A questo obiettivo lavora il Gonzaga Campus, come sottolinea il direttore generale padre Vitangelo Denora: «Abbiamo sentito il bisogno forte di accoglierli perché hanno bussato alla nostra porta. Sono dei piccoli gesti di pace che possiamo mettere in atto contro la retorica della guerra».

Un altro strumento di accoglienza e integrazione è la Scuola d’italiano per stranieri, «improntata all’inclusione delle diverse culture del mondo», ricorda padre Denora. Che aggiunge: «Il modello futuro di un’umanità diversa è quello di avere tante culture che stanno l’una a fianco dell’altra senza scontrarsi. Ci arricchiscono e ci fanno conoscere l’altro come un amico e non come un pericolo».

All’insegna dell’accoglienza dei profughi ucraini è stata anche l’iniziativa “Per ogni stella che brilla un sogno nascerà”, promossa martedì sera dall’Istituto Preziosissimo Sangue di Bari, in collaborazione con l’Associazione Italo Ucraina di Puglia e Basilicata. Nelle ultime settimane, gli alunni hanno dato vita a una raccolta solidale di luminarie e alberelli natalizi da destinare alle famiglie ucraine che si apprestano a vivere il Natale lontano dalla loro terra. «È il piccolo ma significativo segno di una città solidale che sa guardare oltre i propri confini», si legge in un comunicato dell’istituto cattolico.

Paolo Ferrario

Avvenire, 16 dicembre 2022