Dopo la protesta arriva la proposta. E ancora una volta i protagonisti sono i giovani che hanno animato la prima edizione dei «Saturdays for future». A Milano uno dei punti di sensibilizzazione della campagna per un consumo etico e sostenibile dal punto di vista ambientale e sociale era la Coop di viale Umbria dove si sono dati appuntamento i ragazzi dell’istituto Hensemberger di Monza. Supervisionati da due professori 17 studenti del quarto anno, tra i 16 e i 17 anni, hanno intervistato i clienti del supermercato invitandoli a fare una spesa consapevole. Nell’ottica di quel 'voto con il portafogli' che è alla base dell’iniziativa lanciata da ASviS e NeXt. L’istituto Hensemberger ha vinto il secondo premio del Festival Nazionale dell’Economia civile con il progetto di un’app che fa incontrare la domanda e la richiesta di lavoro per i giovani. Un’altra app, per evitare lo spreco di cibo e favorirne la raccolta tramite volontari, era stata premiata dalla Regione Lombardia.
Muniti di tablet e di tesserino di riconoscimento i ragazzi hanno sollecitato le famiglie che si recavano a fare la spesa a scegliere prodotti di qualità, legati al territorio ma anche prodotti senza lo sfruttamento di mano d’opera. L’opera di sensibilizzazione è stata portata avanti anche da un’iniziativa della cooperativa sociale Lunanuova che ha allestito un maxi-tabellone per giocare ad un gioco dell’oca incentrato sui 17 obiettivi dell’Agenda 2030 dell’Onu. Un modo per coinvolgere bambini e adulti sulle buone pratiche che si possono mettere in atto per salvare il pianeta.
Un primo piccolissimo passo è stato l’invito, tramite un apposito manifesto posizionato all’ingresso del centro commerciale che ospita la Coop, a non gettare a terra i mozziconi di sigaretta. Un gesto che spesso viene fatto automaticamente ma che va ovviamente evitato. Gli altri gesti minimi 'consigliati', che possono rappresentate i pilastri del vivere sostenibile, sono l’utilizzo dei mezzi pubblici e della bici al posto dell’auto, l’attenzione a cosa si comprare (comprare meno e comprare meglio potrebbe essere lo slogan per arginare il consumismo) e la limitazione dell’uso della plastica a partire dall’oggetto simbolo: la bottiglietta d’acqua che si può sostituire con una più ecologica borraccia.
Non è un caso che proprio al consumo dell’acqua abbiano pensato molti dei clienti del supermercato che hanno lasciato il loro personale messaggio su una piccola bacheca. Bere l’acqua del rubinetto al posto di quella in bottiglia, chiudere l’acqua quando ci si insapona sotto la doccia, portare in giro (e a scuola) una borraccia sono i pensieri più ricorrenti. Insieme all’utilizzo dei mezzi pubblici, della bici e perché no delle gambe per spostarsi da un posto all’altro della città. E ancora fare le scale invece di prendere l’ascensore, evitare di sprecare il cibo tramite un’attenta gestione della spesa alimentare e degli avanzi. Insomma partire dai gesti quotidiani, sia pure piccoli, per cambiare filosofia di vita. «L’idea è quella di una contaminazione virale– spiega Susanna De Biasi della cooperativa Lunanuova – affinché tutti diventino sensibili al cambiamento». La Terra va considerata una 'navicella spaziale' nella quale la disponibilità di qualsiasi cosa ha un limite sia per quanto riguarda l’uso sia per la capacità di accogliere i rifiuti.
Cinzia Arena
Avvenire, 29 settembre 2019
Altre esperienze nella pagina allegata