Un centinaio di partecipanti, due giornate di percorso - ieri e oggi - e 32 i chilometri da coprire a piedi per spostarsi dall’antica Pieve di San Valentino (Castellarano) alla chiesa di Santa Maria Assunta in Marola (Carpineti) lungo i sentieri matildici dell’Appennino reggiano. È 'Il cammino di Rolando', un’esperienza di vita comunitaria pensata per affidare l’imminente anno scolastico alla Santa Vergine e al beato Rolando Rivi, seminarista martire (1931-1945) ucciso in odium fidei a quattordici anni. La proposta è rivolta ai giovani della scuola secondaria superiore dalla diocesi di Reggio Emilia-Guastalla in collaborazione con il Comitato Amici di Rolando Rivi e con il gruppo escursionisti del Gers.
«Per l’esempio di Rolando – afferma il vescovo di Reggio Emilia- Guastalla, Massimo Camisasca – mi auguro che i giovani abbiano a scoprire che la loro vita è vocazione, è chiamata da Dio a una ricchezza di esperienze positive in alleanza con Lui». La speranza che l’impegno sui banchi sia ricco di questa positività è espresso bene nell’intenzione che accompagna i viandanti: 'Sotto la tua protezione, santa Madre di Dio, poniamo il nuovo anno scolastico. Per intercessione del beato Rolando, giovane seminarista martire, questo tempo porti frutti abbondanti di crescita umana e cristiana, di intelligenza e conoscenza della realtà. Fa’ che non perdiamo mai il sentiero giusto e il desiderio della meta'.
Se la Pieve di San Valentino custodisce le reliquie del beato, la chiesa di Marola, punto d’approdo, espone alla venerazione la maglia di lana che il seminarista indossava il giorno del martirio e che fu bagnata dal sangue versato per amore di Cristo. «Una gita affascinante – spiega Emilio Bonicelli, segretario del Comitato Amici di Rolando Rivi – ma non una gita come le altre, perché contiene una ricchezza più grande». Insomma, un vero pellegrinaggio.
Edoardo Tincani
Avvenire, 3 settembre 2017