«L’incontro con l’altro trasforma ferite in feritoie di luce». Ne è convinta suor Elisabetta Stocchi, direttrice del Centro Asteria, che per il terzo anno consecutivo ha promosso un seminario sulla giustizia riparativa rivolto agli insegnanti, in programma da oggi a domenica a Cemmo di Capo di Ponte, in provincia di Brescia. Un approccio alla gestione dei conflitti che punta a ricostruire relazioni e a promuovere un dialogo libero tra la vittima e chi ha compiuto l’offesa. Tra i relatori ci saranno Agnese Moro, figlia di Aldo Moro, Franco Bonisoli, ex militante delle Brigate Rosse, e Manlio Milani, presidente della Casa della Memoria di Brescia. Bonisoli racconta: «Il senso di colpa ci inchioda: ho deciso di affrontare questo peso incontrando le vittime per senso di responsabilità. Vivo queste testimonianze con spirito di servizio. Non avrei mai immaginato che io e Agnese avremmo potuto vivere queste esperienze insieme e diventare amici, amici veri. Ognuno di noi ha attraversato il proprio “inferno”: lo abbiamo fatto insieme e ci siamo riusciti grazie ai mediatori».
Il professor Andrea Lariccia del liceo Tito Livio descrive il seminario come «un’esperienza immersiva» e un’occasione preziosa di incontro diretto con i testimoni, con un forte impatto sulla vita e sulla didattica: «Le situazioni conflittuali sono all’ordine del giorno nelle scuole».
Durante il seminario saranno presentate esperienze di giustizia riparativa applicate nelle scuole, come il Centro di Giustizia Riparativa Young di Conegliano e l’istituzione delle “aule di mediazione”. La domenica, invece, è riservata ai laboratori gestiti dai mediatori professionisti di InConTra.
Il seminario si ricollega a un percorso avviato nel 2014 dal Centro Asteria, in collaborazione con Agnese Moro. «Agnese ha sempre considerato gli studenti un pubblico privilegiato», racconta suor Elisabetta, «a cui è possibile presentare un paradigma di giustizia diverso». Questo percorso con i ragazzi si articola in tre incontri: un’introduzione giuridica alla giustizia riparativa, un approfondimento storico sugli anni di piombo e un incontro con i testimoni. Successivamente, i ragazzi rielaborano le esperienze vissute in forme artistiche, con scritti, video e rappresentazioni. Il professor Lariccia sottolinea l’impatto di questi incontri sugli studenti: «C’è un cambio di prospettiva nelle relazioni; comprendono che, al di là del tipo di rapporto – che può anche essere conflittuale –, l’altro è una persona, e questo è un aspetto rivoluzionario».
A giugno, ci sarà un secondo seminario durante il quale i docenti potranno condividere le esperienze fatte nel corso dell’anno e tirare le somme del percorso: «Noto una crescente sensibilità sulla giustizia riparativa». Bonisoli sottolinea quanto sia difficile continuare a testimoniare una storia così complessa, ma evidenzia: «I ragazzi ci inviano lettere chiedendo di proseguire, perché percepiscono che il nostro metterci a nudo davanti a loro è un atto di fiducia nei loro confronti».
Costanza Oliva
Avvenire Milano, 18 ottobre 2024