UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Giudizi sull’impegno, non voti

Il Garante per l’infanzia e l’adolescenza e l’invito dei ragazzi
23 Aprile 2021

Dopo un anno di didattica a distanza, gli studenti non hanno bisogno di voti ma di giudizi sull’impegno profuso in questo periodo così faticoso. È la proposta che la Garante per l’infanzia e l’adolescenza, Carla Garlatti, ha inviato ieri ai presidenti delle commissioni Igiene e sanità e Istruzione pubblica del Senato, Riccardo Nencini e Annamaria Parente, dopo l’audizione congiunta di martedì.

«I ragazzi chiedono giudizi sull’impegno e sul merito al posto dei voti», ribadisce la Garante. Che aggiunge: «A suggerircelo è la Consulta delle ragazze e dei ragazzi dell’Autorità garante. Nella scuola a distanza bisognerebbe valutare l’impegno dell’alunno profuso in questo particolare periodo, accompagnandolo con un commento. Il voto, hanno detto i ragazzi, li demotiva». Secondo la Garante nazionale bisogna, dunque, cambiare direzione e puntare sulle competenze trasversali, sull’ascolto e sullo sviluppo dello spirito critico degli studenti. «La scuola,

per essere di qualità, deve essere una scuola che prepara alla vita», sottolinea Garlatti. Alle istituzioni, la Garante chiede, in sostanza, «il coraggio di cambiare passo», per «assicurare il diritto all’educazione, alla socialità e al benessere», a tutti, soprattutto a chi ha più sofferto le privazioni causate dall’emergenza sanitaria. Il tema è, ancora una volta, quello dell’impatto della didattica digitale integrata sulla vita degli studenti.

«I problemi sono numerosi, legati anche ai ritardi e ai divari nel Paese che la crisi sanitaria ha fatto emergere. Tra questi la perdita di relazioni sociali e la salute mentale dei minorenni – commenta Garlatti –. Educazione e istruzione vanno garantite su tutto il territorio nazionale e non devono dipendere dal territorio nel quale ci si trova o dalla famiglia o dalla passione dei docenti. Ora occorre accompagnare le fragilità e trasformarle in punti di forza, grazie alle tecnologie». Nel documento inviato alle commissioni del Senato, Garlatti ha inoltre sollecitato l’adozione dei patti educativi

di comunità - proposti dal ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, già nel documento conclusivo del gruppo di lavoro di esperti che ha coordinato lo scorso anno - e propugnato un piano strategico per dare competenze digitali a docenti e studenti. Vanno rafforzate inoltre le competenze nelle materie scientifiche, tecnologiche e matematiche (Stem). «Occorre abbracciare un nuovo “umanesimo scientifico”, superando la separazione tra sapere umanistico e sapere scientifico», conclude la Garante nazionale.

Paolo Ferrario

Avvenire, 22 aprile 2021