UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Giovani e «canne», documentati danni intellettivi

Un quaderno e un webinar dell’associazione “Scienza & Vita”
14 Gennaio 2022

Ci sarà da dibattere, e molto, nelle prossime settimane sul tema della cannabis e di una sua possibile legalizzazione: proprio ieri la Corte di Cassazione – dopo la verifica sulle oltre 500mila firme raccolte dal Comitato promotore – ha dato infatti il suo via libera a che il quesito venga ammesso all’esame della Consulta il prossimo 15 febbraio, insieme agli altri sei sulla giustizia e a quello sull’eutanasia. Una notizia salutata, manco a dirlo, dal plauso dei Radicali, che negli ultimi mesi hanno spinto il piede sull’acceleratore anche in questo ambito.

Ma che cosa significherebbe davvero, per il nostro Paese, la legalizzazione della cannabis? Quali rischi corrono i consumatori, specie i più giovani, e perché vengono sottovalutati? Questi e molti altri quesiti si è posto un lavoro di studio multidisciplinare, condotto da esperti qualificati, raccolto e messo a disposizione del pubblico nel nuovo numero della collana «I Quaderni di Scienza & Vita», recentemente pubblicato (e scaricabile gratuitamente dal sito www.scienzaevita.org, col titolo «Cannabis, pro e contro. Consumo, regolamentazione, proibizione»).

Una riflessione complessa e completa a cui ieri si è tentato di dar forma dal vivo, nel corso di un webinar molto partecipato, a cui agli esperti invitati a intervenire – lo psichiatra Tonino Cantelmi, il neonatologo Carlo Bellieni, il sociologo Alberto Aziani – sono stati sollecitati dalle domande di alcuni studenti, proprio per rendere il più possibile il confronto accessibile dai veri protagonisti (volenti o nolenti) del fenomeno del consumo di cannabis: i ragazzi.

Come il loro cervello necessiti di uno sviluppo ordinato, e come invece la cannabis sia in grado di scompigliarne il già difficile equilibrio, comportando danni irreversibili dal punto di vita cognitivo e dell’apprendimento, lo ha spiegato bene proprio Cantelmi, evidenziando la gravità dei dati scientifici al centro di numerose ricerche ormai dal 2021: «L’abuso precoce della sostanza fa perdere 8 punti di quoziente intellettivo, causando un danno permanente nell’area cerebrale. Senza contare che in chi la consuma il rischio di schizofrenia aumenta di 6 volte rispetto agli altri».

Numeri confermati da Bellieni, secondo cui la cannabis non offre alcun vantaggio nemmeno dal punto di vista terapeutico («esistono già sostanze che curano le forme di epilessia e alcuni sintomi della Sla meglio»). Saldo negativo anche nel rapporto costo sociale-diminuzione dei reati, tema analizzato dal sociologo di Transcrime, Aziani: «Il dogma secondo cui la criminalità verrebbe colpita e i reati diminuirebbero resta tutto da dimostrare».

Viviana Daloiso

Avvenire, 13 gennaio 2022