UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

“Gentilezza”, una parola chiave in questa fase di ripartenza

Intervista a Giovanna Iannantuoni, rettrice dell’Università Bicocca di MIlano
7 Dicembre 2021

Quello di mons. Delpini del 6 dicembre scorso è un stato un discorso alla città improntato alla gentilezza, necessaria per il servizio al bene comune. Una parola molto apprezzata da Giovanna Iannantuoni, da due anni rettrice dell’università di Milano Bicocca.

L’arcivescovo Delpini ha citato all’inizio l’enciclica di Papa Francesco Fratelli tutti, dove parla di 'rivoluzione della gentilezza', invitando a recuperarla.

Sposo in pieno l’accostamento di questi due termini, che sembrerebbero molto lontani tra loro: è invece molto appropriato, tanto più in questa fase di ripartenza. E poi userei molto più spesso la parola 'gentilezza' tra le parole chiave di quest’ultimo anno e mezzo, rispetto a certi modi di fare ai quali siamo ormai purtroppo abituati.

Si riferisce alle proteste che stanno infiammando le piazze di tante città?

Penso ai movimenti di piazza ma non solo: anche ad un linguaggio molto duro che ci si scambia sui social, soprattutto tra i nostri ragazzi. C’è una tensione generale da incanalare in azioni costruttive e non distruttive. Con gentilezza.

Un altro tema affrontato nel discorso, e che riguarda il suo lavoro di docente, è quello dell’emergenza educativa. Lei avverte il rischio di una 'catastrofe educativa', sempre per citare Papa Francesco?

Sì. Non dobbiamo sottovalutare il fatto che questi due anni di pandemia hanno ampliato il gap sociale e anche educativo all’interno della nostra società. Non possiamo negarlo. Ci sono state famiglie che si sono potute permettere la fibra ultraveloce o un device per ogni figlio, al- tre no, e gli esiti formativi non sono stati gli stessi. Però in università abbiamo riscontrato da parte dei ragazzi una gran voglia di tornare in presenza e stiamo cercato di venire loro incontro con una tutorship maggiore: le matricole vengono da quasi due anni scolastici trascorsi per troppo tempo in didattica da remoto. Vogliamo aiutarli a ritrovare un luogo di condivisione che non sia solo educativa e formativa, ma anche di amicizia.

Sempre in tema di giovani, un’altra sfida di cui parla Delpini riguarda l’ambiente.

È un tema fondamentale per i ragazzi: si sentono traditi dalle generazioni precedenti, come dimostra questa emergenza climatica che è sotto gli occhi di tutti. Spero che chi svolge un ruolo politico capisca che la loro protesta non è una moda passeggera, ma qualcosa di molto più profondo. E poi dobbiamo evitare - e qui c’è un passaggio del discorso molto chiaro - la contrapposizione tra lavoro e transizione ecologica.

L’arcivescovo ha parlato anche di promozione della partecipazione, citando la scarsa adesione degli elettori alle ultime amministrative in tutta Italia. Anche per lei è un segnale di allarme?

Purtroppo sì, è dovuto anche a una disaffezione per via del clima di incertezza che ci troviamo a fronteggiare. C’è davvero bisogno di essere proattivi verso le persone. Come ateneo abbiamo fatto azioni di scienza partecipata aprendo le nostre porte ai cittadini, ad esempio con uno sportello online di ascolto psicologico che è stato molto utilizzato, come quello che abbiamo aperto per gli insegnanti con 50mila richieste da tutta Italia. Sono azioni molto importanti: condividere buone prassi, ascoltare e dialogare con le istituzioni e la società civile.

Andrea D’Agostino

Avvenire, 7 dicembre 2021