È tempo di bilanci anche per Agesc e non solo per valutare il percorso fatto ma soprattutto per dare continuità ad un’azione e capire su quali linee continuare a programmare iniziative che vadano incontro ai bisogni e alle problematiche delle famiglie e della scuola; questioni per cui Agesc è nata e si cui interviene la presidente Catia Zambon.
«È sempre difficile fare bilanci soprattutto per una associazione come la nostra. Abbiamo cercato di lavorare negli ambiti più importanti e congeniali alle nostre finalità verso tutti i soggetti che fanno parte del mondo dell’educazione e della scuola pubblica, nell’ambito dell’alleanza educativa scuola famiglia con proposte e iniziative in grado di consolidare i rapporti e far crescere AGeSC – spiega Zambon –. È stato indubbiamente un anno “pieno” e fruttuoso da tanti punti di vista».
Nel tracciare il bilancio del 2022 non va dimenticato che l’anno era iniziato con un provvedimento del governo atteso dalle scuole paritarie e si chiude senza che il ventilato aumento dei fondi sia stato concretizzato: «AGeSC è impegnata da sempre su tutti i tavoli istituzionali ai quali è presente, perché il difficile cammino verso la libertà di scelta educativa per i genitori si compia – continua Zambon –. Inoltre continuiamo a lavorare perché certe barriere e pregiudizi, a mio parere solo ideologici, possano cadere. La stabilizzazione del fondo per la disabilità è un atto dovuto di civiltà e responsabilità di cui diamo atto e merito al Governo. Mi duole però constatare, alla luce della Legge di bilancio pubblicata in GU, che il contributo ordinario alle scuole pubbliche paritarie sia rimasto invariato, quindi del tutto insufficiente. Nessun passo avanti è stato fatto rispetto alla precedente situazione. Ci aspettavamo segnali più decisi e coraggiosi soprattutto nei confronti delle famiglie, che vedono ancora una volta negato il diritto alla libertà di scelta educativa così come si evince dalla Costituzione italiana, che sancisce il primato educativo della famiglia e demanda alla Repubblica il compito di rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che impediscono la libertà e l’uguaglianza dei cittadini». Il 2022 ha segnato il definitivo ritorno delle lezioni in presenza, un momento che ha richiesto anche un «lavoro per ritessere relazioni, per riannodare legami che si erano sfilacciati a causa degli anni dell’emergenza Covid», ricorda Zambon.
«È stata ed è ancora una delle azioni che più ci sta a cuore e alla quale dedichiamo tante energie – ribadisce –. Come presidenza e come esecutivo nazionale questo impegno sta dando i suoi frutti. Emerge la voglia di mettersi in gioco, impegnandosi, da parte di tanti genitori e questo è un segnale importantissimo». L’esperienza della pandemia legata alla scuola, secondo la presidente nazionale di Agesc ha insegnato che «la vita è un continuo camminare, cambiare, crescere ». «Le condizioni poi della nostra società mostrano come tutto è in divenire e come niente sia scontato – ricorda –. A gennaio pensavamo di essere usciti da un periodo difficile e a febbraio ci siamo ritrovati con una guerra che pesa e peserà su tutti noi. La scuola vive in questa realtà e quindi si trova a dover far fronte al suo compito educativo sempre più complesso. Senza parlare delle problematiche che da tempo aspettano di essere risolte e che contribuiscono a rendere ancora più urgente e delicato delineare nuove strategie, anche nuove strutture in ambito educativo».
Strategie e scenari che richiedono l’apporto concreto dei genitori che, in questi giorni, saranno chiamati a scegliere la scuola dei figli. «Come presidente di Agesc – riprende Zambon – mi auguro si concretizzi l’effettiva libertà di scelta educativa, così che si possa arrivare ad un sistema educativo scolastico che dia pari dignità ad entrambi i pilastri delle nostre istituzioni pubbliche statali e pubbliche paritarie». Su questo terreno, Agesc continuerà ad esserci e a dialogare «perché una grande risorsa, un grande patrimonio educativo non vada sprecato innalzando il livello dell’offerta formativa pubblica», ricorda Zambon. «Naturalmente al centro di tutto ci sono i nostri ragazzi e le loro famiglie che cerchiamo di sostenere e supportare, nel loro compito educativo, attraverso una rete genitoriale. Non ci stancheremo mai di ripeterlo: sono loro il “soggetto” di quella alleanza educativa che vorremmo non fosse mai messa in discussione da vecchie e anacronistiche logiche di parte. Direi che abbiamo parecchio lavoro da fare e non solo per l’anno appena cominciato».
Avvenire, 6 gennaio 2023