“La scuola non trova pace. Alla scuola, per fortuna, ci si appassiona ancora. Della scuola ancora si parla. Alla scuola e alla formazione si destinano - ancora e per quanto insufficienti - risorse. La scuola "tiene" soprattutto grazie a uomini e donne che sanno preservare questo straordinario luogo di formazione da ideologismi insopportabili; malattia mortale che mira solo a penalizzare e a mortificare chi non si adegua alla dittatura del pensiero unico e a prassi rancorose”.
Lo scrive monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della CEI, in un articolo pubblicato sul Sole24Ore del 20 maggio 2017. Riprendendo l’invito di papa Francesco a costruire una “cultura dell’incontro”, Galantino ricorda che essa “è prima di tutto incontro con le culture, ma non nel senso astratto di sistemi teorici codificati, bensì nella concreta prospettiva di incontro tra persone e gruppi portatori di valori, tradizioni, lingue, visioni religiose e stili di vita plurali. Questo deve avvenire soprattutto per i luoghi di formazione: nella scuola e nell' università. Anche quando queste - come avviene in gran parte del mondo - sono espressione di una chiara identità culturale”. Inoltre, “l' incontro a cui deve aprirsi ogni percorso culturale è anche incontro con gli orizzonti della trascendenza, che non possono essere esclusi dai luoghi in cui si indagano le istanze dell' umano, si approfondiscono le dinamiche sociali emergenti, si pongono le basi del futuro”.
Il segretario generale della CEI interviene anche sulla situazione delle scuole pubbliche paritarie: quello italiano è “un approccio lontano mille miglia da quello consapevole, attento e culturalmente avanzato praticato nel resto dell' Europa. Un' Europa invocata a proposito e a sproposito nelle sue "raccomandazioni" e del tutto ignorata nella prassi che regola il settore della formazione da chi si ostina a considerare la scuola come un campo di battaglia per far valere obsolete pretese di egemonia (?) culturale. Quanti continuano a impegnarsi lealmente per una scuola libera e capace di formare deve spesso fare i conti con persone per niente interessate alla cultura, impaurite dalla libertà di insegnamento, sempre pronte a brandire l' arma del ricatto. Vittime di questi comportamenti, prima e oltre che le strutture, sono le famiglie e sono i nostri ragazzi in formazione. Vittima principale è la cultura”.
In allegato, il testo integrale dell’articolo di monsignor Nunzio Galantino: “La scuola come incontro di culture”.