Fanno centinaia di chilometri per iscriversi all’università, ma sanno che vivere lontano da casa e dagli affetti non è facile. Per questo i "fuorisede" – che hanno ripreso la vita accademica – hanno bisogno di non sentirsi soli. Di avere amici e punti di riferimento solidi che trovano in progetti concreti, nelle proposte delle pastorali universitarie, in associazioni e movimenti che animano la vita negli atenei, nelle parrocchie.
A loro Avvenire ha dedicato ampio spazio nell’edizione di giovedì 26 ottobre 2016. Ne emerge una Chiesa che si fa "compagna di vita", anche per chi, come l’albanese Jurgen, lascia realtà complicate per venire in Italia a studiare. Una carrellata di esperienze descrive meglio di tante parole come questi giovani coraggiosi («Non fatevi rubare l’entusiasmo », si era raccomandato papa Francesco) stiano provando a costruirsi un futuro.