UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Frare (Agesc) nuovo coordinatore del Fonags

Le associazioni dei genitori nella scuola chiedono che la voce delle famiglie sia ascoltata di più
26 Settembre 2020

Ieri, in coincidenza con l’inizio della Scuola nelle rimanenti regioni italiane, è stato convocato il Forum nazionale delle associazioni dei genitori della scuola a cui ha partecipato anche il presidente nazionale dell’Agesc, Giancarlo Frare. Nel corso dell’incontro, alla presenza del nuovo direttore generale, Frare è stato eletto nuovo coordinatore del Fonags per quest’anno scolastico. L’elezione è stata preceduta da un vivace confronto con i referenti del Ministero sulle tematiche ancora non risolte nella scuola italiana, iniziando dalla esclusione dei genitori dalla partecipazione attiva nelle scuole frequentate dai loro figli. Disappunto è stato espresso per il rinvio all’autunno dei concorsi ordinario e straordinario perché sarebbe stato opportuno si svolgessero in estate, concorsi che si annunciano insufficienti per soddisfare le attuali necessità di docenti della scuola, in particolare il bando straordinario per ottenere l’abilitazione.

Dalle associazioni presenti è stato chiesto di avere un aggiornamento sull’effettivo ritorno a scuola in presenza degli studenti e delle studentesse, allarmate dalle continue segnalazioni di difficoltà da parte di molte scuole ad avere l’organico completo oppure di non avere spazi adeguati per accogliere tutti in sicurezza. In questo senso, sottolinea Frare, «appare sconfortante il mancato accoglimento dell’appello lanciato da molte scuole pubbliche paritarie ad utilizzare i loro spazi disponibili per dare risposta alle esigenze di molte scuole pubbliche statali prive di un numero adeguato di aule per accogliere tutti i loro studenti», auspicando un «ripensamento da parte del Ministero».

Le associazioni dei genitori hanno sottolineato la necessità di garantire ulteriori fondi straordinari per tutto il sistema scolastico italiano per far fronte a questo momento straordinario e hanno richiesto al Ministero di valutare come la prima agenzia educativa, la famiglia, possa incontrare la scuola che ha una necessità vitale di condividere il percorso educativo delle giovani generazioni con i loro genitori. Se i protocolli sanitari impediscono l’ingresso negli spazi delle scuole italiane si possono ricercare altri luoghi dove docenti e genitori possono riprendere il dialogo in presenza e non utilizzare il pretesto della sicurezza per limitare l’informazione sull’andamento e ridurre i rapporti a collegamenti via internet. Le famiglie hanno fortemente voluto il ritorno a scuola in presenza, accettando tutti i disagi necessari per non ridurre i diritti dei figli all’istruzione e alla socializzazione con gli altri studenti e studentesse.

Come richiamato dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, durante l’inaugurazione dell’anno scolastico, il 14 settembre a Vò (Padova), gli oltre nove milioni di famiglie italiane si sono assunte responsabilmente il compito assegnato e chiedono alle istituzioni scolastiche di ricercare una modalità per garantire la loro presenza attiva nella scuola italiana. I genitori Agesc confidano che, come in altri momenti della crescita della scuola italiana, quelle cattoliche possano essere un apripista in questo momento di pandemia.

Ma come è cominciata la scuola negli altri Paesi? Ecco una piccola carrellata.

Russia: inizia sempre il primo settembre, anche se è domenica. Questo evento è chiamato “Giorno del sapere” e coincide anche con l’inizio dell’autunno secondo il calendario meteorologico. Viene suonata la “Prima campanella” che annuncia l’inizio degli studi per gli studenti di tutte le età e si contrappone “all’Ultima campanella”, che il 25 maggio segna la fine della scuola.

Svizzera: le lezioni vengono interrotte alle 12 e riprendono alle 14 per permettere ai bambini di mangiare con i propri genitori e riposarsi.

In Olanda I bambini iniziano la scuola dopo il quarto compleanno e infatti non è strano vedere arrivare in classe nuovi studenti durante tutto l’anno scolastico. In questo modo gli alunni hanno più occasioni per incontrare altri bambini e fare nuove amicizie.

In Finlandia per rendere gli studenti più tranquilli e rilassati, non viene dato alcun giudizio o voto in pagella fino alla terza elementare e, addirittura, non vengono svolte verifiche e compiti in classe prima che gli alunni abbiano compiuto dodici anni di età.

Avvenire, 25 settembre 2020