UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Franca e i suoi 5 compagni: quando la scuola è comunità

Una 15enne con la sindrome di down ha chiesto di applicare le regole per l’inclusione ai tempi del Covid. E in classe non è rimasta sola
19 Gennaio 2021

Una ragazza con sindrome di down torna in classe grazie a altri 5 compagni. Un «esempio lampante di cosa voglia dire fare ed essere comunità» – come ha recentemente affermato la ministra Azzolina – arriva dal liceo linguistico 'Saffo' di Roseto degli Abruzzi (Teramo). Franca (nome di fantasia) è una quindicenne down e frequenta con profitto la scuola: tutti i compagni le sorridono e lei è felice, al pari dei genitori; per lei la socializzazione è fondamentale e la solitudine è tristezza.

Un giorno però le comunicano che la scuola deve chiudere, a causa della pandemia. Franca si ritrova sola, in casa, davanti al monitor del computer. Vede ancora i volti degli amici divenuti nel tempo familiari, partecipa regolarmente alle lezioni online, si applica e studia... Ma è come andare al cinema: è tutto così freddo! E poi, quel silenzio. Franca si chiude in sé stessa, rischia di deprimersi. La situazione è identica a quella già sperimentata nel secondo quadrimestre dello scorso anno: a poco erano serviti l’assistente educativo e l’insegnante privata direttamente in casa per supportarla durante le lezioni davanti allo schermo del pc. Franca però ha resistito, sperando nel nuovo anno scolastico. Invece dopo un solo mese di studio, ecco ancora l’incubo del virus e della Dad per le superiori.

Scatta allora una gara di solidarietà e con l’aiuto della mamma, che studia norme e circolari del ministero dell’Istruzione sul tema dell’alunno con disabilità e il suo diritto a studiare con i compagni, Franca riesce in un piccolo 'miracolo' ai tempi del coronavirus: rientra cioè in classe con l’insegnante di sostegno e i compagni collegati da remoto.

Non basta: la mamma chiede al dirigente scolastico l’applicazione della nota che il Miur ha emanato il 5 novembre 2020 e prevede una «reale inclusione» per gli studenti disabili, vale a dire stare in classe non da soli ma con i compagni. A quel punto il dirigente inoltra una comunicazione alle famiglie chiedendo chi vuole mandare i figli a scuola, in presenza. Rispondono in 5 e dal giorno dopo Franca può rivedere Michele, Gianna, Marcella, Franco e Fausto a rotazione.

Dal giorno in cui in Abruzzo le superiori sono tornate in presenza, Franca risponde alle domande degli insegnanti, scrive senza freni, osserva la lavagna multimediale e fa la ricreazione, parlando e scherzando con i compagni, a distanza e con la mascherina. È tornata insomma alla vita: oltre al rispetto delle regole, ha vinto la solidarietà.

Paolo Martocchia

Avvenire, 16 gennaio 2021