«Questi continui e repentini cambi di orientamento da parte del governo, che ricadute hanno sul vostro lavoro? Questa incertezza è abnorme e intollerabile. Così è molto difficile fare scuola. Chiediamo chiarezza e la vogliamo subito». È duro lo sfogo di Luigi Morgano, segretario nazionale della Fism, la Federazione delle scuole materne paritarie di ispirazione cristiana, che in tutta Italia conta circa 8mila asili. I continui cambi in corsa sul tema dei vaccini (prima l’obbligo, poi l’autocertificazione, poi ancora l’obbligo e, infine, notizia di queste ultime ore, una nuova retromarcia con il ritorno dell’autocertificazione), gettano nel caos questo inizio di anno scolastico, disorientando gli operatori e le famiglie.
Per usare un eufemismo, diciamo che questo nuovo anno non è certamente cominciato sotto i migliori auspici. Le nostre scuole, essendo inserite nel sistema nazionale di istruzione, sono tenute a rispettare la legge e lo stanno facendo. Ma la norma deve essere chiara. E oggi non lo è.
E quindi, che cosa pensate di fare?
Chiediamo al ministro Bussetti di dire chiaramente ai colleghi di governo che questa situazione non fa bene alla scuola e alle famiglie. Faccia la sua parte e metta in condizione il sistema di non vivere questa incertezza continua.
Anche nelle vostre scuole sono arrivati i Carabinieri del Nas per verificare la veridicità delle autocertificazioni presentate dalle famiglie?
Certo e, per venire incontro alle scuole, abbiamo inviato a tutte una comunicazione che spiega quali documenti sono richiesti e come si svolgono queste verifiche. Al termine delle quali, è richiesta la firma sul verbale da parte del personale scolastico che ha assistito all’ispezione. Perché, alla fine, la responsabilità legale ricade sui rappresentanti della scuola. I quali, anche per questa ragione, non possono essere lasciati in mezzo al guado in questa incertezza continua. Che potrebbe avere anche ricadute negative dal punto di vista della tutela della salute dei nostri bambini.
In che senso?
La legge, che esiste e che non è stata, per il momento, abolita, dice che deve essere garantita la salute del singolo bambino che frequenta la scuola, ma anche quella dell’intera comunità scolastica. Ma la legge deve essere chiara per essere applicata correttamente.
Qual è, allora, il vostro appello alla politica?
Chiediamo una sola cosa: chiarezza. In generale, l’ambiguità non è la condizione ottimale per fare scuola. In particolare, su questa tematica, su cui la sensibilità della pubblica opinione è così alta e diversificata, lo è ancora meno. Ripeto: noi siamo pronti ad applicare la legge, Ma chi ha responsabilità di governo ci deve aiutare. Non si possono scaricare temi di questa portata sulle famiglie e sulla scuola.
Paolo Ferrario
Avvenire, 7 settembre 2018