Cittadinanza come diritto, ma anche come impegno. Perché l’essere cittadini chiede il mobilitare risorse, chiama ad agire, a declinare strategie. Cittadinanza come dimensione dinamica, in continuo divenire, di cui la scuola - in dialogo con la comunità che la accoglie - è chiamata a prendersi cura. È con particolare riferimento a questa accezione di cittadinanza come 'attiva', perché vuole muovere alla partecipazione e al coinvolgimento concreto, che proviamo ad aprire, attraverso le nostre 'parole dell’educare', un’ulteriore occasione di riflessione su come nutrire la qualità dell’offerta formativa delle scuole associate alla Fism nazionale. Lavorare su percorsi che consentano ai bambini di alimentare responsabilità e appartenenza, permette alla scuola di coltivare fin da subito l’interesse alla vita pubblica, la cura verso i beni comuni, la condivisione con gli altri di desideri e prospettive.
Particolarmente significativo si sta rivelando così, in tante esperienze proposte dalle insegnanti, il dare la parola ai bambini permettendo loro di esprimersi e valorizzando il pensiero di ciascuno, ma avendo al tempo stesso chiara la centralità di promuovere processi di ricerca di un accordo comune. Perché saper esplicitare le proprie idee, imparando ad argomentare le proprie posizioni, è un passo importante verso autonomia e consapevolezza. Rischia, tuttavia, di rivelarsi meno generativo, meno interessante e sfaccettato, se ci si ferma sulla soglia della legittima opinione del singolo. Fondamentale, quindi, è aprire le idee di ciascuno al riconoscimento del punto di vista degli altri, alla scoperta di come l’incontro di pensieri differenti non dia vita a una giustapposizione di divergenze, ma a pensieri nuovi e originali, ricchi di contaminazione. Perché l’essere cittadini chiama in causa il noi, la tessitura, l’impegno nel mettere in comune qualcosa di nostro perché diventi patrimonio di tutti.
Tra le numerose e ricche esperienze di cittadinanza citiamo ad esempio quella che ha visto i bambini di un gruppo di scuole della Fism di Trento coinvolti nella progettazione e realizzazione di piccole casette-biblioteca, le Little Free Library, collocate in paesi e frazioni, in luoghi pubblici abitati dai bambini. Grazie a questo progetto il fascino del libro e il piacere di leggere sono usciti dalle scuole e dalle biblioteche per animare parchi, campi sportivi, luoghi di incontro e di gioco all’aperto.
I bambini sono stati coinvolti, quindi, in un progetto concreto, da realizzare veramente, con ricadute tangibili nella vita delle proprie comunità, sperimentando processi di partecipazione democratica. Si è ad esempio deciso insieme dove collocare le casette, ma chiedendo sempre opinioni e autorizzazioni a sindaci, assessori e tecnici competenti seguendo sempre l’iter necessario per fare approvare i progetti. Si sono organizzate uscite sul territorio utilizzando autonomamente macchine fotografiche e strumentazioni differenti per raccogliere dati, concordando in seguito mappe e progetti bidimensionali e tridimensionali, sempre lavorando insieme a realizzazioni di gruppo. Centrale è stato curare la dimensione del pensiero come guida dell’azione e quindi i bambini sono stati implicati nel definire ipotesi su carta, per passare poi alla costruzione di prototipi che hanno permesso una prima messa alla prova dell’efficacia e praticabilità delle soluzioni scelte.
Decidere insieme è bello e fa crescere. Decidere insieme ai bambini, ascoltandoli e coinvolgendoli per renderli curiosi, attivi e creativi rispetto agli spazi e ai tempi che condividono con noi, è un’opportunità preziosa per far vivere loro più intensamente il presente e per costruire futuro. Perché saranno loro, certo, i cittadini di domani. Ma potranno esserlo in maniera più piena e consapevole solo se gli educatori che li accompagnano sapranno creare oggi, fin da subito, contesti ed esperienze aperte allo sguardo sugli altri, a riconoscere valori e beni comuni, a prendersene cura. Se per loro diamo vita a contesti di apprendimento pensati per sollecitare intrecci di azioni e relazioni - condizione per interazioni significative -, se progettiamo e organizziamo ambienti che stimolino ragionamenti, proposte, riflessioni i bambini potranno sperimentarsi capaci di costruire conoscenza, di collaborare, di prendere parte a decisioni che riguardano tutti. Capaci davvero di costruire cittadinanza attiva.
Ci troveremo a sperimentare la creatività, la divergenza generatrice, l’originalità del loro pensiero. Ma anche la disponibilità al gruppo, all’altro, al noi. E i bambini sicuramente ci sorprenderanno.
Silvia Cavalloro
Avvenire, 9 aprile 2019