A Firenze la scuola pubblica si prepara a riaprire in sicurezza, il 14 settembre, grazie anche alla disponibilità della diocesi: quattro parrocchie fiorentine metteranno a disposizione i loro spazi per ospitare classi di altrettanti istituti superiori. L’annuncio è stato dato durante una conferenza stampa dal cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, e dal sindaco Dario Nardella.
Una collaborazione nata già alla fine di luglio quando, ha raccontato Betori, «mandai un messaggino al nostro sindaco dicendo 'se c’è bisogno di spazi noi ci siamo'». Una disponibilità subito raccolta dal Comune: «Mi ha fatto molto piacere – ha affermato Nardella – perché senza la collaborazione di tutti le scuole non potrebbero ripartire. La scuola è essenziale e tutti devono collaborare perché riapra in sicurezza». A questi primi contatti sono seguite le verifiche: sono state individuate una decina di parrocchie che potevano avere locali adatti, e alla fine ne sono state scelte quattro. Sono le parrocchie dei Santi Gervasio e Protasio, nella zona di Campo di Marte, di Santa Caterina a Coverciano, di San Francesco in piazza Savonarola (retta dai francescani, che metterà a disposizione anche i locali del teatro delle Laudi) e della Sacra Famiglia, dove si trovano anche l’oratorio e le scuole dei salesiani. A beneficiare di questi spazi aggiuntivi saranno alcune scuole superiori, che sono quelle con le maggiori criticità. Nei prossimi giorni ci saranno da fare le verifiche da parte di Asl e Vigili di fuoco, sperando in procedure semplificate visti i tempi ristretti.
«Avremmo voluto fare di più», ha commentato l’arcivescovo di Firenze, sottolineando come quello che viene dipinto come il «grande patrimonio immobiliare della Chiesa» evidentemente sia fatto in gran parte di strutture che si sono rivelate vetuste, piccole e inadeguate: un dato, fra l’altro, che preoccupa anche per la ripresa delle attività pastorali e del catechismo. Anche se limitata a questi quattro casi, la collaborazione rimane comunque un segno importante: «la presenza della scuola nelle strutture ecclesiastiche è un modo per dire che alla Chiesa la scuola interessa, e per ribadire l’importanza dell’alleanza educativa tra ragazzi, insegnanti, famiglie e realtà della società civile, finalizzata alla formazione delle nuove generazioni». Alla base di tutto c’è l’idea che l’emergenza sanitaria non deve farci dimenticare un’emergenza che viene da più lontano, quella educativa: «Abbiamo messo da parte – ha sottolineato ancora Betori – l’attenzione che dedichiamo ai giovani. Siamo preoccupati per il Pil in discesa, ma c’è anche un pil educativo che deve preoccuparci, lo vediamo nei comportamenti poco attenti dei giovani in questi giorni. È bene quindi che ripensiamo, come società, il nostro dovere educativo. L’attenzione per la riapertura delle scuole in tempo di Covid può risvegliare questa responsabilità».
La collaborazione tra diocesi, comune e istituzioni scolastiche è stata salutata con favore anche dal Direttore dell’Ufficio scolastico regionale Ernesto Pellecchia: «Siamo pronti per ripartire in sicurezza, grazie anche alla collaborazione tra enti».
Riccardo Bigi
Avvenire, 2 settembre 2020