UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

«Fare rete perché parità e autonomia diventino realtà»

Al via il congresso nazionale della FIDAE. L’invito del Papa alla presidente nazionale, Virginia Kaladich: “Non mollate”
23 Novembre 2017

«Essere scuola della fiducia e della speranza», il compito che padre Daniel dal Camerun affida alla scuola cattolica. «Non perdere l’orizzonte e il fondamento della sua identità», anche in questa fase di «rinnovamento e riconversione», si augura Neila Maria da Panama. Restare «il vettore essenziale del vivere insieme, un’immagine di unità nel pluralismo», la sfida a cui gli istituti cattolici sono chiamati a rispondere secondo Boutros dal Libano. «Salvare la formazione integrale della persona», per Paola dall’Italia. «Essere luogo di integrazione e di coesione sociale», riuscendo a trasmettere agli alunni «uno spirito critico », poi la speranza di Eduard dalla Spagna. Sfogliando le 241 testimonianze dai cinque continenti Educare oggi e domani, che la Fidae (Federazione istituti di attività educative) ha pubblicato in occasione dell’Assemblea nazionale in corso fino a domani a Roma, si ha un po’ il quadro di quali obiettivi abbia davanti la scuola cattolica del domani.

Ecco perché l’iniezione di fiducia – «Non mollate» per raggiungere un’effettiva parità – che Papa Francesco ieri mattina ha rivolto alla presidente della Fidae Virginia Kaladich, in udienza a San Pietro con l’associazione, è lo stimolo per sottolineare che il centro di questo lavoro rimangono sempre i ragazzi. «Abbiamo a cuore tutta la scuola, non siamo in conflittualità con la scuola statale», la premessa da cui parte la presidente, ma occorre «fare rete» e non rimanere indifferenti «davanti a scuole che sul territorio chiudono». Dopo 17 anni, in Italia «la parità e l’autonomia non è ancora attuata» e «ai genitori non è ancora garantito il diritto costituzionale della libertà di scelta educativa per i propri figli». Infine, la nota dolente, «i ritardi nell’erogazione dei contributi mettono in difficoltà gli istituti». Da qui l’intenzione di «dare gambe» al documento Autonomia, parità e libertà di scelta educativa, approvato qualche mese fa dal Consiglio nazionale della scuola cattolica. C’è un futuro per le scuole cattoliche?, la domanda della presidente Kaladich. «Io dico di sì, ma dobbiamo capire come affrontare l’oggi – dice – certo la scuola unica non è libertà». Molti passi avanti sono stati fatti, ma la scuola cattolica «deve mantenere alta la qualità e sapersi rinnovare». Un appello la Fidae, comunque, lo rivolge alle comunità parrocchiali perché «sappiano riscoprire la scuola cattolica nella sua dimensione comunitaria».

Una strada che va percorsa parallelamente alle difficoltà numeriche che il mondo della scuola cattolica sta affrontando e le buone pratiche sul territorio, come dimostra l’IX rapporto del Cssc (Centro studi scuola cattolica) Il valore della parità, presentato all’assemblea Fidae dal direttore dell’Ufficio nazionale educazione, scuola e università della Cei Ernesto Diaco. Due i punti fermi: senza un’effettiva parità scolastica «c’è crisi di libertà educativa» e il rinnovamento per la scuola può venire solo «dal rimettere davvero al centro le nuove generazioni». Il calo delle scuole paritarie, e al loro interno di quelle cattoliche che costituiscono circa due terzi – nell’anno scolastico 2016-17 scese a 8.322, con una perdita di ben 1.049 unità in soli 6 anni – dipende da molti fattori, soprattutto però è «il segnale di una crisi di libertà educativa, se le scelte delle famiglie non sono determinate da un’autonoma decisione ma dall’impossibilità materiale di affrontare i costi della scuola paritaria». E così negli ultimi 4 anni scolastici sono sparite 881 scuole, in media più di 200 l’anno, e in cinque anni gli alunni in generale sono calati di 157mila unità, al ritmo di 30mila l’anno.

Alessia Guerrieri

Avvenire, 23 novembre 2017

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