Negli ultimi due o tre anni la battaglia antigender nella scuola ha assorbito una parte molto cospicua delle nostre energie. È arrivato il momento di mettere da parte l’opposizione e di passare alle proposte. Abbiamo una ricchezza tale di offerte educative che sarebbe davvero spiacevole essere considerati per quelli che sanno solo pronunciare dei 'no'. Questo è il momento dei nostri cento e cento 'sì' per l’impegno educativo». Gianluigi De Palo, presidente del Forum delle associazioni familiari, lancia così 'immischiati a scuola', grande iniziativa destinata a presentare un nuovo volto dell’associazionismo cattolico. O meglio, un punto di svolta che si propone di raccogliere i frutti, comunque positivi, delle tante battaglie sostenute dal 2013 ad oggi per esprimere dissenso all’avanzata delle devastanti teorie gender.
Sui rischi connessi a questa visione culturale nelle scuole, ma anche in altri settori della vita sociale, politica e culturale, comunque non si discute. Anche noi, su 'Avvenire' e su tutti gli altri nostri media, ne abbiamo in più occasioni messo in luce contraddizioni, ambiguità, pericoli. Il nostro ebook, 'Le bugie del gender', testimonia impegno e coerenza della battaglia per la verità. La volontà di ribadire e documentare le preoccupanti derive delle cosiddette gender theory – che com’è noto sostengono l’irrilevanza della realtà biologica nella determinazione dell’identità sessuale e quindi la possibilità di variare preferenze secondo il gusto del momento – ha sollecitato anche l’Ufficio nazionale Cei per la pastorale della famiglia, a organizzare un triennio di approfondimento sulla bellezza e sulla ricchezza della differenza sessuale. Tre appuntamenti (2013-2016) in cui si sono analizzate le 'radici sponsali della persona umana' con contributi di altissimo profilo internazionale. Tutto questo per dire che il problema gender è ben noto, studiato, evidente. E nessuno – tanto meno il Forum – intende minimizzarne la portata. D’altra parte sarebbe impensabile continuare all’infinito questo lavoro di sensibilizzazione e di documentazione. Ora, tutti coloro che lo desiderano, a cominciare dai genitori, hanno a disposizione gli strumenti culturali necessari per ribattere colpo su colpo ai vari progetti ispirati alle teorie gender che, più o meno apertamente, continuano purtroppo a spuntare nelle scuole italiane. E, laddove si renderà necessaria un’azione di denuncia, il Forum non intende fare sconti a nessuno.
Ma, accanto alla necessità di tenere viva l’attenzione su proposte negative per una formazione equilibrata e corretta all’affettività e alla sessualità, le associazioni familiari hanno avvertito la necessità di allargare la prospettiva, di passare – secondo uno slogan abusato ma in questa occasione quanto mai reale – dalla protesta alla proposta. Anche perché negli ultimi decenni sul fronte educativo, il mondo delle nostre comunità, delle associazioni, delle aggregazioni laicali ha messo in fila una tale quantità di iniziative positive che sarebbe impossibile e sbagliato ignorare.
«Per troppo tempo abbiamo giocato in difesa – riprende il presidente del Forum – ma forse in quel momento era necessario. Ora però sentiamo la necessità di andare all’attacco, mettendo insieme tutta la ricchezza delle nostre proposte. Sono tanti buoni progetti educativi che hanno come denominatore comune la valorizzazione della persona umana. Da una rapida verifica del patrimonio esistente, è emersa la consapevolezza di censire questi progetti e di metterli a disposizione delle famiglie e delle scuole italiane. Statali e paritarie, senza alcuna differenza».
Dall’educazione alla sessualità e all’affettività alla difesa del creato, dallo sport all’alimentazione, dalla natura ai diritti sociali, dall’adozione al rispetto del diverso con particolare attenzione alla realtà dell’immigrazione. Tutti i progetti confluiranno in un catalogo che sarà presentato nei prossimi giorni. Se n’è occupata Lodovica Carli, già responsabile del Forum pugliese, che aveva seguito negli ultimi anni la raccolta dei progetti per il 'Filo e la rete', iniziativa web del Forum per passare anche in quel caso dall’aspetto oppositivo a quello propositivo, ma solo per quanto riguarda l’educazione alla sessualità e all’affettività. «Quando abbiamo lanciato l’idea di allargare il fronte e di raccogliere progetti anche su altri argomenti – spiega Lodovica Carli – siamo stati sommersi da un numero straordinario di documenti. Si è trattato poi di valutare ogni proposta e di presentarla nella giusta luce».
I progetti costituiranno la base concreta per l’iniziativa 'Immischiati a scuola', con cui il Forum delle associazioni familiari intende proporre ai genitori modalità concrete per dire 'noi ci siamo'. «Genitori, studenti, docenti e dirigenti – fa osservare Maria Grazia Colombo, vicepresidente e responsabile scuola del Forum – devono tornare a parlarsi, a stimarsi dal punto di vista educativo, a collaborare per mettere in atto nella realtà quella che una volta si chiamava 'comunità educante'. Concetto all’apparenza superato ma che richiama un proposito di grande rilievo ». Il messaggio che Colombo, a lungo presidente Agesc, vuole lanciare è chiaro: «Occorre vivere nella concretezza di ogni giorno, costruendo relazioni indispensabili, imparando strada facendo, critici ma non ideologici». Si tratta insomma di riproporre quell’alleanza scuola-famiglia con una consapevolezza diversa. Quella che guarda la complessità del reale senza timori e senza preconcetti. «Teniamo certo conto di quello che rappresenta, specialmente in alcune regioni, il rischio gender. Chiediamo al ministero di definire in modo non equivoco le linee guida, ma vogliamo essere coinvolti in modo attivo, durante le fasi di stesura del documento. Non a giochi ormai fatti».
Il punto incriminato, com’è noto, è il comma 16 della legge sulla 'buona scuola' che disciplina 'la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni'. Al momento in cui chiudiamo questo mensile (mercoledì 14 settembre) c’è solo la rassicurazione del ministro Giannini secondo cui la questione sarà affrontata e risolta all’inizio di ottobre. Certo, il rischio che le linee guida non offrano quelle chiarezza auspicata dalle associazioni, è tutt’altro che remoto. Anzi, le bozze che nell’ultimo mese hanno cominciato a circolare sembrano ricorrere ad espressioni ambigue ('Decostruire gli stereotipi di genere considerati come naturali') che potrebbero imporre una nuova stagione di proteste. Ma questo lo vedremo a tempo debito. «In ogni caso – conclude Gianluigi De Palo – questo lungo confronto sostenuto in varie parti d’Italia per opporsi al gender, al di là di quanto diffuso a livello culturale, che rimane di grande positività, ha dimostrato che da parte dei genitori c’è una grande voglia di esserci, di partecipare, insomma di 'immischiarsi' come dice il nostro slogan. Proprio contando su questa volontà, torniamo allora ad essere protagonisti dell’impegno educativo con progetti a disposizione di tutti, senza barriere ideologiche e senza divisioni. La stagione dell’antagonismo può essere lasciata alle spalle. Le famiglie devono tornare da protagoniste ad abitare la scuola».
Luciano Moia
Noi Famiglia e Vita, settembre 2016