L’anno scorso, sempre tra le righe di questa rubrica, avevo salutato l’inizio dell’estate con tre consigli per i nostri ragazzi. Anche quest’anno avevo in mente di fare lo stesso, ma poi, dopo avere aperto come sempre una nuova pagina bianca e iniziato a raccogliere le prime idee, mi sono ritrovato a pensare, più che ai ragazzi, proprio a noi adulti.
Mai come quest’anno mi è parso significativo un importante flusso di pensiero, pubblico e privato, spesso stereotipato, che riguarda il nostro ruolo di fronte a questa nuova e senz’altro complessa generazione (mi riferisco ad esempio ad alcuni interventi, per altro datati, di Umberto Galimberti, che hanno fatto più volte il giro della rete). È proprio a partire da questa evidenza che ho pensato così di azzardare non tre ma giusto un consiglio per noi genitori, al fine di valorizzare un tempo prezioso come può essere quello estivo.
Il mio suggerimento è semplice da dire: provare a decostruire l’idea che ci siamo fatti dei nostri ragazzi durante l’anno appena passato. Sì, decostruire, azzerare, resettare insomma. Senza rinunciare alla pedagogia dell’esperienza, ma con la consapevolezza che mai potremmo commettere errore più grave con un adolescente (mutevole per natura) di quello del cristallizzare la sua immagine in un giudizio definitivo che sarebbe la doppia pietra tombale sul suo e ma anche sul nostro essere.
Potremmo avere questa estate in casa adolescenti magari respinti a scuola, rimandati e sui quali, consciamente o inconsciamente, forse abbiamo già sentenziato lo scenario di un’intera vita di serie B. Ma potremo anche avere adolescenti che hanno conseguito ottimi risultati e che potrebbero indurci nel rischio altrettanto grave di assolutizzare il loro essere i nostri (e solo nostri) figli perfetti. Ecco, se è vero che il divenire durante quell’età è la molla stessa del cammino verso il futuro, cerchiamo di ripulire i nostri pensieri dalla fatica dell’anno appena trascorso, affinché non manchi mai il vuoto pneumatico che i nostri ragazzi riempiranno (al di là di noi) con la libertà di riprendersi da una battuta d’arresto o di rinforzarsi ulteriormente in un percorso positivo.
A corollario di questo, con il rischio di ripetermi, ribadirei però ciò che ho già detto l’anno passato e che fonda anche l’esigenza appena esposta di riaprire lo spazio della novità nel nostro sguardo sui nostri figli: ci si riconosce autenticamente e senza pregiudizi quando si cerca il tempo di ritrovarsi. Senza quindi la pretesa irreale di potere essere presenti come adulti nel tempo estivo dei nostri ragazzi come lo si era quando erano bambini, sarà necessario ritagliare almeno qualche momento privilegiato di comunione relazionale.
Una sera in pizzeria, un gelato insieme, una passeggiata sul mare potranno e dovranno anche quest’anno diventare momenti in cui ci si guarda negli occhi, si affrontano serenamente i nodi emersi, si ammettono gli sbagli, ci si complimenta per i successi, ci si perdona reciprocamente ma soprattutto ci si volge all’anno futuro comunicando ai ragazzi una profonda e reale fiducia nei loro confronti.
Roberto Contu
Roma Sette, 26 Giugno 2019