UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Elisabetta: «La sfida è custodire l’umano»

Tra gli studenti universitari l’«Apostolato digitale» offre uno spazio per leggere i cambiamenti alla luce della fede cristiana
4 Novembre 2020

Elisabetta Miraglio, 23 anni, una laurea triennale in Filosofia, ora studia per la Magistrale in Comunicazione Ict e Media presso l’Università di Torino. Studia a Torino ma abita a Fossato ed è impegnata nella Caritas della sua diocesi dove si occupa di comunicazione e insegna italiano agli stranieri. Collabora anche con la Caritas torinese, nell’ambito del progetto «Servire con lode» proposto dalla Pastorale universitaria della diocesi, diretta da don Luca Peyron, per coinvolgere gli studenti in attività di volontariato accanto alle necessità delle persone più fragili che il coronavirus ha moltiplicato.

Ma non solo: Elisabetta è una delle animatrici dell’«Apostolato digitale», un’altra iniziativa della Pastorale universitaria, nata lo scorso novembre coinvolgendo un centinaio di studenti dell’Ateneo e del Politecnico, come spiega don Peyron «per capire con i giovani, nativi digitali, come leggere questo tempo alla luce della fede».

Ed ecco il senso della riflessione che Elisabetta e gli altri giovani dell’Èquipe dell’Apostolato digitale provano a proporre ai loro “colleghi”, aspiranti ingegneri, fisici, antropologi, filosofi, avvocati o insegnanti: «Il nostro è un gruppo interculturale e interconfessionale dove proviamo a dialogare insieme, ciascuno con il nostro bagaglio di studio, su come in questo mondo digitale possiamo coltivare un pensiero critico per diventare protagonisti del nostro futuro e non farci fagocitare dalla tecnologia che deve continuare ad essere a servizio dell’uomo e non viceversa ». Frutto dei lavori del gruppo è una pagina fissa redatta dai giovani che viene pubblicata sul settimanale della diocesi la Voce e il Tempo (www.apostolatodigitale.it).

Elisabetta spiega che l’obiettivo dei ragionamenti degli studenti – supportati da approfondimenti di esperti e la partecipazione a convegni come la Biennale della tecnologia organizzata dall’Ateneo torinese dal 12 al 15 novembre per riflettere su come costruire un futuro sostenibile – «in questo tempo di pandemia che ci interroga tutti, è indirizzare il digitale a custodire l’umano. E valorizzare la relazione ci aiuta a definire l’immagine dell’uomo che governerà il futuro: la fede oggi ci dice che i limiti che ci impone la pandemia non sono muri ma la condizione entro cui esercitare la nostra libertà».

Marina Lomunno

Avvenire, 4 novembre 2020