UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Educazione civica, la scuola alla prova

Previste 33 ore all’anno in tutte le scuole. Ma il Consiglio superiore dell’istruzione boccia le Linee guida: «Troppa retorica»
13 Settembre 2024

La Costituzione come «stella polare» e al centro i concetti di persona e di patria. È questa la cornice istituzionale e culturale della nuova Educazione civica, di cui il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha presentato in questi giorni le Linee guida, che sostituiscono quelle in vigore dal 2020. A partire da quest’anno scolastico, in tutte le scuole, dalla primaria alle superiori, dovranno essere effettuate 33 ore annuali di Educazione civica e, si legge in una nota del Ministero, «i docenti potranno proporre attività che sviluppino conoscenze e abilità relative all’educazione alla cittadinanza, all’educazione alla salute e al benessere psicofisico e al contrasto delle dipendenze, all’educazione ambientale, all’educazione finanziaria, all’educazione stradale, all’educazione digitale e all’educazione al rispetto». Questi gli argomenti trattati negli oltre 10 milioni di ore di lezione, secondo i calcoli di Tuttoscuola. Che rimarca «il forte impatto sulla scuola italiana» della novità ai blocchi di partenza.

« Le nuove Linee guida della Educazione Civica – sottolinea la sottosegretaria all’Istruzione e al Merito, Paola Frassinetti – sono uno strumento di supporto e sostegno ai docenti, anche di fronte ad alcune gravi emergenze educative e sociali del nostro tempo quali: l’aumento degli atti di bullismo, di cyberbullismo e di violenza, in particolare contro le donne, la dipendenza dal digitale, il drammatico incremento della incidentalità stradale, fatti o fenomeni che impongono la necessità di azioni sistematiche e preventive in tema di educazione stradale, alimentare, alla salute e al benessere della persona, nonché il contrasto all’uso delle sostanze stupefacenti. Solo riaffermando, con l’insegnamento trasversale dell’educazione civica, il primato dell’essere umano, la centralità dei diritti ed anche dei doveri verso la collettività, il rispetto verso le regole e l’importanza della responsabilità individuale – aggiunge Frassinetti – possono essere attuati i valori della solidarietà, uguaglianza, libertà e realizzata la piena inclusione ad iniziare dagli studenti con disabilità e dagli stranieri. Sempre nell’ambito di questa cornice, il rispetto per ogni essere vivente come gli animali e per l’ambiente assume per la prima volta un’importanza specifica nell’insegnamento della educazione civica», conclude la Sottosegretaria.

Le nuove Linee guida avevano, invece, ricevuto il giudizio negativo del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione. In un parere di sette pagine, inviato al Ministero, il Cspi chiedeva di togliere dal testo alcune «espressioni retoriche», relative anche al concetto di patria che, sempre secondo il Consiglio, non sarebbe una competenza da apprendere a scuola. Questi rilievi non sono stati accolti dal Ministero che ne illustra i motivi nel decreto di adozione delle Linee guida. In particolare, relativamente al tema della patria, viene sottolineato che «tale concetto è ispirato ai principi fondanti della Costituzione». Insomma, il dibattito continua.

Intanto, dopo gli alunni della Provincia autonoma di Bolzano il 5 settembre e quelli di Trento lunedì, ieri sono tornati tra i banchi gli studenti di sei regioni (Friuli Venezia Giulia, Marche, Piemonte, Umbria, Valle d’Aosta e Veneto), mentre oggi la prima campanella dell’anno suonerà in Campania, Lombardia, Molise, Sardegna e Sicilia. Gli ultimi a rientrare in classe saranno, lunedì, gli alunni di Abruzzo, Basilicata, Calabria, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Puglia e Toscana. Sempre lunedì, al pomeriggio, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, insieme al ministro Valditara, presenzierà alla cerimonia di inaugurazione dell’anno scolastico 2024/2025, che si terrà a Cagliari presso il Convitto Nazionale “Vittorio Emanuele II”.

«Si apre per noi un anno molto particolare – sottolinea la presidente della Fidae, Virginia Kaladich – prima di tutto perché ci sentiamo parte del cammino che la Chiesa sta facendo verso il Giubileo del 2025, un tempo di grazia, di riflessione e di rinnovamento spirituale. E poi perché la Fidae festeggerà, nel 2025, i suoi 80 anni: una storia a servizio delle scuole cattoliche, cercando di dare il massimo sostegno con dedizione e passione».

Paolo Ferrario

Avvenire, 12 settembre 2024