UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Economia ed educazione, “serve uno sguardo nuovo”

Anna Maria Tarantola e mons. Nunzio Galantino concludono la conferenza internazionale della Fondazione Centesimus Annus
2 Novembre 2020

“Il nuovo patto educativo non coinvolge solo le università ma tutte le scuole a tutti i livelli. Anche quelli dell’infanzia. È fin dalla tenera età” che “le capacità cognitive e le relazioni affettive possono essere attivate per la crescita del bambino e di tutte le sue facoltà. Per questo le famiglie devono essere incluse nel patto e il modello educativo deve evolversi verso un più ampio e fruttuoso dialogo scuola-famiglia a tutti i livelli”.

Lo ha detto Anna Maria Tarantola, presidente della Fondazione Centesimus Annus pro Pontifice, aprendo la seconda e ultima sessione della conferenza internazionale 2020, promossa dalla Fondazione sul tema “The milestones of the Integral ecology for a human Economy”. Tema della sessione, a causa del Covid-19 sulla piattaforma Zoom, “Education and Training”.

Auspicando una maggiore collaborazione tra enti pubblici e privati ​​responsabili dell’istruzione, Tarantola ha affermato che “il mondo delle imprese e della finanza può svolgere un ruolo importante nel nuovo patto educativo sia nel sostenere e incoraggiare le istituzioni pubbliche a promuovere l’accesso per tutti a un’istruzione adeguata, sia anche attivando direttamente strumenti formativi efficaci per i propri dipendenti in applicazione del principio di sussidiarietà”.

“Come ci dice Papa Francesco”, ha aggiunto richiamando l’omelia della messa a Santa Marta dello scorso 16 maggio, “abbiamo bisogno di uno sguardo nuovo, abbiamo bisogno di persone e organizzazioni aperte e capaci di guardare in modo nuovo alle tante pandemie che affliggono il mondo e di percorrere il cammino verso uno ‘sviluppo umano integrale’ e una pienezza di vita con responsabilità, coraggio e speranza”. Centesimus Annus, ha concluso, “si propone di contribuire alla realizzazione del nuovo sguardo da raggiungere anche attraverso nuovi modelli educativi”.

Galantino (Apsa): “economia ed educazione nel tempo del coronavirus”

“Economia ed educazione: due parole da maneggiare con cura. Per la ricchezza di implicanze che hanno, come da più parti è stato ricordato, e soprattutto in un momento, come il nostro, in cui entrambe vengono sottoposte a stress”. Lo ha affermato mons. Nunzio Galantino, presidente dell’Amministrazione del patrimonio della Sede apostolica (Apsa), concludendo la Conferenza internazionale sul tema “The milestones of the Integral ecology for a human Economy”.

Citando l’“economia circolare”, mons. Galantino ha affermato che “siamo ancora lontani dal considerarlo un modello condiviso. E, a proposito di educazione: “Che fare per contribuire a promuovere un nuovo paradigma per lo sviluppo umano, che non escluda in partenza tutte quelle fasce di persone e interi Paesi che sopravvivono più che vivere, talvolta anche a causa di un errato modello di sviluppo? Il ‘Messaggio per il lancio del patto educativo’, proposto da Papa Francesco il 12 settembre può aiutarci a dare risposta a questi interrogativi. In esso si offrono elementi per far crescere una consapevolezza: l’ambito educativo resta l’ambito nel quale è possibile ed è necessario investire per un affinamento della sensibilità, per una correzione dei comportamenti. È luogo di trasmissione e acquisizione di elementi culturali, estetici, morali. Sempre più urgente dal momento che il mondo postmoderno presenta problemi inediti e sconosciuti alle generazioni passate”.

Venendo all’attualità, mons. Galantino ha parlato di una “complessità sulla quale ha fatto irruzione, in maniera drammatica, la pandemia da coronavirus. La asimmetria sociale con cui il virus colpisce, creando in modo differenziato disagi, disoccupazione e morte, sembra ci stia facendo regredire. Sembra stia facendo riemergere l’indifferenza, se non l’ostilità nelle relazioni inter-individuali. Soprattutto con chi è percepito come diverso da noi”. Ciò rende, allora, “davvero urgente investire in educazione. In maniera coraggiosa, nuova e intelligente. Con l’obiettivo dichiarato di ridurre l’intervallo tra le opportunità di educazione degli allievi, in relazione alla classe sociale di appartenenza”.

Sir, 30 ottobre 2020