La gestazione è stata lunga ma mai travagliata: è sempre elettrizzante lavorare perché un’idea si concretizzi, vedere la sostanza prendere forma. Dargliela, una forma: vedrà la luce martedì primo ottobre l’ultimo nato della famiglia di Avvenire, PopUp, un mensile destinato ai preadolescenti, in edicola insieme al quotidiano ogni primo martedì del mese. In pratica, pur se appena nato, è il fratello maggiore di Popotus, il giornale di attualità per i bambini che da 28 anni informa un pubblico che ha tra gli otto e gli undici anni. Strada facendo, abbiamo scoperto, non senza piacere, che è molto letto e utilizzato anche nella scuola secondaria di primo grado, finisce sotto gli occhi di studenti un po’ più grandi del target originale. Popotus, però, resta pensato, scritto e illustrato per i più piccoli, il linguaggio semplificato, i temi scelti ad hoc. E non ha intenzione di cambiare. Ma se l’esigenza c’è, perché non esaudire con un prodotto dedicato la sete di informazione di chi bambino non si sente più? La curiosità sul mondo – specie sul mondo adulto – a quell’età è davvero inestinguibile. Ma, come già succede per i bambini, anche i preadolescenti sono trascurati dai media, mai previsti come pubblico privilegiato. Tanto intrattenimento ma informazione zero.
L’attenzione verso le nuove generazioni è invece un classico per Avvenire, un tema sempre al centro e non solo a parole. Così, eccolo, un fatto: PopUp, sedici pagine formato tabloid, in bianco e nero, grafica ad alta leggibilità.
Pop, perché orgogliosamente discende da Popotus: non vanno pensati come prodotti che vivono vite parallele, destinati a non incontrarsi mai; piuttosto, condividono un piano inclinato che consente al lettore di salire o scendere dall’uno all’altro, di giocare su due campi. La lettura è un procedimento lento, individuale e attivo, che produce riflessione anche grazie alle riletture che consente: non esiste un lettore uguale all’altro. Così, contiamo sulle incursioni dei lettori bambini nel territorio dei più grandi, e che la curiosità spinga i ragazzi a sfogliare le pagine destinate ai fratelli minori.
Pop perché vuole diventare popolare tra i lettori stuzzicandoli su temi a loro cari, sorprendendoli con quelli inconsueti, spiazzandoli o rassicurandoli, divertendoli o – ed è facile che capiti, di questi tempi – facendoli sentire tristi. Prendendoli sul serio, sempre. E poi Up, in alto, più su: mai volare basso. E conquistare questo pubblico – che pur abbiamo scelto – non è una sfida per chi viaggia raso terra: non vogliamo provarci, vogliamo riuscirci. Un consiglio lo abbiamo chiesto proprio a loro, agli studenti delle medie: hanno letto i numeri di prova e li hanno commentati. Meno critiche del previsto, tutte prese in considerazione: PopUp è promosso a pieni voti. Dagli insegnanti arriva anche la lode, perché di uno strumento informativo pensato ad hoc per questa fascia di età sentivano la mancanza.
Come Popotus, anche PopUp adotta un carattere disegnato per facilitare la lettura dei ragazzi con bisogni educativi speciali e con disturbi specifici dell’apprendimento, una grafica ad alta leggibilità, con interlinea consistente, ampio spazio tra le colonne e niente sfondi colorati sotto i testi. Vengono approfonditi i temi dell’attualità con articoli più lunghi rispetto a quelli di Popotus, un vocabolario più ricco, illustrazioni ancora in osmosi con i testi ma con un tratto deciso, senza più la connotazione adatta ai più piccoli che però rischia di risultare stucchevole per il pubblico di PopUp.
E, allora, si comincia: prima uscita martedì.
Nicoletta Martinelli
Avvenire, 29 settembre 2024