Un’idea di scuola moderna è fatta di tradizione e innovazione, sapienza didattica e autonomia insieme. Ci vogliono passione e sperimentazione continua per educare, ma anche creatività e metodo. Sono solo alcune delle innumerevoli coppie concettuali su cui si è articolato l’EaS Day con cui venerdì Brescia è diventata la capitale della didattica.
500 docenti sono giunti dalle diverse regioni per la sesta edizione del convegno nazionale che riunisce gli esperti del metodo per cui l’Università Cattolica è nota in tutta Italia. Quest’anno, però, Eas non è stato declinato solo come 'Episodio di apprendimento Situato', ma come Giornata dell’Essere a Scuola. Lo scenario è il suggestivo museo di Santa Giulia, l’ex monastero longobardo patrimonio dell’Unesco che racconta la storia della Leonessa.
L’evento è stato organizzato dal Centro di ricerca sull’educazione ai media, all’innovazione e alla tecnologia (Cremit) della Cattolica, la Fondazione Cogeme, Brescia Musei e l’editrice Morcelliana Scholé. Al mattino i relatori hanno approfondito quattro punti alla base dell’idea di scuola dei promotori. Primo: forzare il dispositivo-scuola, inteso come insieme di forme, classi, corridoi, ruoli e sanzioni. Secondo: la scuola si fa con arte e con metodo, rifuggendo sia la scuola gabbia, sia l’anarchia creativa. Terzo: il digitale come opportunità, ma a patto che la tecnologia sia sempre innervata nell’umano e dentro la sapienza didattica, senza affidarsi a miracolismi tecnologici. Infine, l’insegnante come perenne 'incompiuto' a tre livelli: mai sentirsi arrivati e mai smettere di imparare, consapevolezza che anch’egli è fallibile ed essere sempre aperti all’oltre, all’altro, al diverso, in ricerca costante di uno spazio di comunicazione.
Per Pier Cesare Rivoltella, ideatore dell’evento e direttore del Cremit, «in una società trasparente, (im)mediatizzata e veloce, occorre rilanciare il pensiero critico, la responsabilità sulle conseguenze delle proprie azioni (la scuola diventa un laboratorio morale) e la capacità di previsione, in cui non c’è più tempo di analizzare tutti i dati che abbiamo a disposizione perché esaminarli in modo esaustivo renderebbe non tempestive le nostre decisioni».
Dall’Eas Day arriva un’idea di scuola che, riprendendo Paulo Freire, vede 'l’attraversamento' al centro di ogni insegnamento, nel senso 'pasquale' per Rivoltella che il cambiamento dipende dal singolo insegnante in classe, non solo dalla politica o da chi ci aspettiamo debba modificare le regole del gioco.
Stefano Pasta
Avvenire, 27 ottobre 2019