UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Dopo l’emergenza, una didattica nuova

Un protocollo unico elaborato da Uni e Fidae sull’apprendimento a distanza e misto fa tesoro delle buone prassi e guarda al prossimo anno scolastico
23 Giugno 2020

Didattica a distanza addio? Di certo con il nuovo anno scolastico la formula usata nei mesi scorsi in piena quarantena è destinata a restare, ma in forma residuale. Questo, però, non deve comportare la messa in archivio di questa esperienza vissuta dalla scuola italiana. La pensa così la Fidae, la federazione che riunisce le scuole cattoliche paritarie dalle elementari alle superiori, che in piena quarantena non solo ha cercato di fornire supporto e aiuto agli istituti associati per proseguire nel loro impegno educativo, ma ha deciso di provare a realizzare una sorta di «protocollo» per la didattica a distanza.

E così in collaborazione con l’Uni, l’ente nazionale di normazione, la Fidae ha dato vita a una «prassi» che le scuole statali e paritarie potranno seguire nel caso in cui si dovesse tornare alla didattica a distanza, o se quest’ultima dovesse allargare la propria presenza. «Rappresenta una tappa fondamentale per la nuova didattica – commenta la presidente nazionale della Fidae Virginia Kaladich, che questa mattina in un webinar presenterà il documento finale –. Abbiamo raccolto tutte le buone pratiche di questi mesi di emergenza, tutti gli sforzi messi in campo dagli insegnanti, ma anche dagli studenti e dalle loro famiglie, e abbiamo cercato di produrre alcuni criteri che d’ora in poi possano uniformare gli standard di servizio». In effetti il ricorso alla didattica a distanza è avvenuta anche in emergenza creando zone critiche nella sua applicazione.

Ora la «prassi» Uni-FIdae vuole aiutare tutte le scuole a mettere in campo procedure capaci di gestire al meglio anche la didattica a distanza. Ecco allora, ad esempio, l’analisi della situazione, l’individuazione di un addetto a questa didattica che coordini, la rilettura di quanto avvenuto al termine della didattica, la possibilità di ascoltare anche l’utenza sugli aspetti positivi e negativi. Insomma «le basi per un sistema univoco e per dei criteri operativi standard » sottolinea la presidente Kaladich.

Anche le scuole salesiane aderenti alla Cnos scuola hanno voluto riflettere sulla propria esperienza di didattica a distanza. «Molti dei nostri istituti – spiega il presidente padre Pietro Mellano – erano già attrezzate e quindi hanno potuto mettere in campo percorsi formativi per gli studenti». Eppure «non per tutti gli ambiti si è riusciti a sopperire alla dimensione laboratoriale di alcune discipline». Nodo da scogliere anche quello della valutazione, che ha creato a tutti non pochi motivi di riflessione. Infine se da un lato «l’emergenza Covid-19 ha messo in luce la fragilità delle relazioni, che abbiamo dovuto limitare, dall’altra ne ha evidenziato, con l’assenza, la preziosità e la forza».

Anche per questo l’indagine condotta dalla Cnos-scuola ribadisce, al di là della preparazione tecnica per la didattica a distanza, l’importanza fondamentale della didattica in presenza, che «non può essere sostituita ». Anche per questo i salesiani hanno deciso di fornire ai propri docenti una formazione su come realizzare la didattica a distanza, per mettervi dentro le caratteristiche di quella in presenza. La grande sfida che la scuola paritaria cattolica, inserita nell’unico sistema scolastico italiano, vuole affrontare. Se sarà in grado di poter ripartire.

Enrico Lenzi

Avvenire, 24 giugno 2020