Un passo importante verso il bando per il concorso riservato agli insegnanti di religione nella scuola italiana. È stato compiuto oggi con la firma dell’intesa tra il presidente della Conferenza episcopale italiana, il cardinale Gualtiero Bassetti e la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina.
Un passaggio espressamente previsto dall’articolo 1-bis della legge 159 del 2019 con la quale appunto si parla dell’indizione di «un concorso per la copertura dei posti per l’insegnamento della religione cattolica che si prevede siano vacanti e disponibili negli anni scolastici dal 2020/2021 al 2022/2023».
Ora sarà possibile per il ministero di viale Trastevere preparare il bando per il concorso. La stessa legge 159/2019, a dire il vero, aveva fissato l’indizione del concorso entro la fine del 2020, ma lo scoppio della pandemia e le conseguenze che hanno investito la vita della scuola ha fatto inevitabilmente fatto slittare i tempi.
Ma ministero dell’Istruzione (Miur) e la Cei hanno voluto portare a compimento entro la fine dell’anno, la firma dell’intesa che è destinata a fornire il quadro normativo entro il quale il prossimo bando dovrà muoversi. Concorso che arriverà a ben 17 anni dal finora primo e unico concorso per l’immissione in ruolo dei docenti di religione cattolica, come previsto dalla legge 186 del luglio 2003, che ha normato lo stato giuridico degli insegnanti di religione cattolica degli istituti e delle scuole di ogni ordine e grado.
Secondo l’intesa sottoscritta dal cardinale Bassetti e dalla ministra Azzolina, oltre a ribadire che la procedura concorsuale «è bandita nel rispetto della revisione del Concordato», fissa anche i requisiti per poter partecipare al concorso. «È prevista la certificazione dell’idoneità diocesana – si legge nella nota Cei che riprende l’intesa siglata – rilasciata dal responsabile dell’Ufficio diocesano competente nei 90 giorni antecedenti alla data di presentazione della domanda di concorso». Inoltre il testo ribadisce che i posti messi a bando nella singola Regione per il «personale docente di religione cattolica, in possesso del riconoscimento di idoneità rilasciato dall’Ordinario diocesano, che abbia svolto almeno tre annualità di servizio, anche non consecutive, nelle scuole del sistema nazionale di istruzione corrispondano a quanto stabilito dall’articolo 1-bis, comma 2, del decreto-legge n. 126 del 2019».
Spetta invece al bando concorsuale, aggiunge ancora la nota Cei determinare «l’articolazione, il punteggio e i criteri delle prove concorsuali e della valutazione dei titoli», tenendo presente che «tutti i candidati sono già in possesso dell’idoneità diocesana, che è condizione per l’insegnamento della religione cattolica», assieme al possesso dei titoli di studio indicati nell’Intesa del 1984.
Commentando la firma avvenuta oggi in videoconferenza, il cardinale Gualtiero Bassetti ha sottolineato che «il prossimo concorso costituisce un passaggio importante non solo per la stabilizzazione professionale di tanti docenti, ma anche per la dignità dello stesso insegnamento, frequentato ancora oggi - a 34 anni dall’avvio del nuovo sistema di scelta - da una larghissima maggioranza di studenti».
Infatti, secondo i dati riferiti all’anno scolastico 2019/20, ben l’85,8% degli studenti italiani ha scelto di avvalersi dell’Irc, sfiorando quasi il 90% nella scuola dell’infanzia e nella primaria, con l’87,4 nelle medie e attestandosi al 79,6% nelle superiori.
Frutto dell’impegno delle migliaia di docenti di Irc che operano nelle scuole italiane. Anche per questo il cardinale Bassetti ha rinnovato «la stima e la vicinanza dei vescovi italiani agli insegnati di religione che, con passione e competenza, accompagnano il cammino di crescita delle ragazze e dei ragazzi di oggi».
Da parte sua la ministra dell’Istruzione Azzolina ha voluto ringraziare la Cei «per la collaborazione che ci ha consentito di arrivare a questa intesa che va nella direzione di assicurare, tramite il concorso, la realizzazione delle aspirazioni dei docenti di religione e, al contempo, la funzionalità delle istituzioni scolastiche». Ora si tratta di attendere il bando vero e proprio che dovrebbe arrivare agli inizi del 2021.
Enrico Lenzi
Avvenire, 15 dicembre 2020