I primi incontri, svoltisi nei mesi scorsi, hanno avuto risultati molto incoraggianti. E così, dal prossimo Anno accademico, a Pavia la collaborazione tra la diocesi e l’Università è destinata ad assumere una connotazione più stabile, nella direzione indicata dal Manifesto per l’Università sottoscritto il mese scorso da Cei e Crui, la Conferenza dei rettori delle università italiane. «Per noi quel documento è stata una lieta sorpresa e, insieme, la conferma di una bella opportunità che si sta aprendo e che va valorizzata nel modo migliore », commenta Corrado Sanguineti, vescovo della città dal 2015. Già in passato le occasioni di confronto non erano mancate, in particolare attraverso la Tavola del dialogo promossa dal predecessore di Sanguineti, Giovanni Giudici, sul modello della Cattedra dei non credenti voluta a suo tempo dal cardinal Martini a Milano.
«Il tentativo nuovo – spiega il vescovo – è consistito nel rendere più stretto il legame con l’ateneo, che di per sé ha una connotazione decisamente laica, per quanto non ostile alla Chiesa». A lasciare un segno, nella fattispecie, sono stati i due appuntamenti organizzati tra febbraio e marzo dalla Pastorale universitaria della diocesi e ospitati dall’Aula magna dell’Università, con una formula che è stata molto apprezzata. «Senza dubbio per l’autorevolezza dei relatori, i filosofi Massimo Cacciari e Roberta De Monticelli – commenta Sanguineti –, ma molto importante è stato anche il lavoro di preparazione svolto da un gruppo di studenti, prevalentemente della Fuci, ai quali è stato affidato il compito di animare il dibattito nel corso delle serate». Proprio in questa fase di progettazione ha preso forma un comitato al quale hanno già aderito già diversi docenti e al quale è stato invitato a unirsi lo stesso rettore dell’Università, Francesco Svelto (eletto nelle scorse settimane, si insedierà in autunno).
Attivo nel contesto della Pastorale universitaria coordinata da don Riccardo Santagostino Baldi, il comitato ha terminato in questi giorni la riflessione da cui scaturiranno le prossime iniziative. «Con Cacciari e De Monticelli ci siamo concentrati sul contributo che l’Europa è ancora oggi chiamata a dare nel confronto fra identità differenti – osserva il vescovo –, da qui in avanti pensiamo di lasciarci provocare da una serie di domande che nascono dall’esperienza di ciascuno e che coinvolgono l’umanità di tutti. Non solo le grandi questioni sollevate dagli sviluppi del progresso tecnologico, come le implicazioni etiche della robotica e dell’intelligenza artificiale, ma anche l’interrogativo radicale sui motivi e sul significato della sofferenza. Tutti temi, ci tengo a sottolinearlo, già affrontati quotidianamente dalla ricerca universitaria. Adesso la sfida consiste nel trovare un linguaggio comune per esplorarli, in quello stile di umanesimo solidale e di sviluppo umano integrale che il Manifesto Cei-Crui individua con chiarezza».
I prossimi incontri (il cui calendario sarà reso noto dopo l’estate) si terranno nelle sedi messe a disposizione dall’Università e vedranno ancora una volta la partecipazione diretta degli studenti. «A Pavia, nella Basilica di San Pietro in Ciel d’Oro, si custodiscono le ossa di sant’Agostino – ricorda Sanguineti –. La sua lezione, che è la lezione modernissima di un cuore inquieto e pensante, è oggi quanto mai attuale. In questo momento la fede corre un duplice rischio o, meglio, è soggetta a una duplice tentazione: da un lato l’irrigidimento intellettualistico, in senso addirittura ideologico, dall’altro la riduzione alla sfera emotiva e quindi a un’incomunicabilità che sembrerebbe priva di ragioni da condividere con gli altri. Questi atteggiamenti non corrispondono ai requisiti di quella carità intellettuale tanto fortemente sollecitata da san Paolo VI e che, nel pontificato di Francesco, trova espressione nella sollecitudine verso le periferie esistenziali, all’interno delle quali l’umanesimo cristiano può tornare a manifestarsi anche nella sua dimensione culturale».
Alessandro Zaccuri
Avvenire, 19 giugno 2019