UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Dialoghi alla radio tra classici e Vangelo

A Napoli due studenti universitari hanno preso spunto dalle lettere del cardinale Crescenzio Sepe per aprire un filo diretto con i coetanei
2 Giugno 2021

Una rubrica dedicata ai giovani universitari dove confrontarsi e discutere, in onda su Radio Cantiere. L’idea è di Marco La Veglia, giovane della pastorale universitaria della diocesi di Napoli che – d’intesa con un compagno di studi di Potenza – ha pensato che fosse «un modo per avvicinare i coetanei». Con Simone, mette a punto una rubrica: «Siamo ragazzi di oggi». Due anni di trasmissione sulla radio (ideata da Cantiere giovani, in partenariato con 14 organizzazioni di altrettante regioni italiane) in cui Marco si interfaccia con i ragazzi. Ogni puntata un tema, intervallato dalla lettura di un passo di un libro (dai classici Il Piccolo principe di Antoine de Saint-Exupéry, a Il cacciatore di aquiloni di Khaled Hossein fino a Dio scrive dritto, l’avventura umana e spirituale del cardinale Angelo Comastri), seguito da un brano del Vangelo e una scena di un film. «Spunti per dialogare con i nostri coetanei, attraverso l’esperienza della radio». Una sorta di gemellaggio Napoli- Potenza che ha portato allo scambio di idee.

Marco La Veglia, 24 anni, studia Programmazione del territorio e delle Politiche sociali presso l’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli. Il suo incontro con la pastorale universitaria nasce con l’esperienza al santuario della Madonna di Pietralba in Alto Adige (una intuizione del responsabile diocesano don Antonio Colamarino) dove i giovani universitari hanno trascorso per quattro anni consecutivi una vacanza di condivisione. Da qui, l’entusiasmo e il desiderio di mettersi in gioco: prima Radio Cantiere, poi la collaborazione con il centro di pastorale giovanile del territorio e, a seguire, l’attenzione ai luoghi d’arte. «Una idea scaturita dalle lettere pastorali sulle opere di misericordia del cardinale Crescenzio Sepe, che noi giovani abbiamo concretizzato, valorizzando le opere della nostra città. In pratica, siamo diventati custodi e conoscitori di tutto il bello che ci circonda: abbiamo cominciato ad apprezzare luoghi da noi poco conosciute per imparare ad abitare la nostra casa comune».

La passione di Marco è da sempre legata alla realizzazione di video: «Mi hanno sempre affidato – spiega – filmati degli eventi, in modo da essere sui social, pubblicando periodicamente dei post che possano essere spunto di riflessione, nonché foto di eventi a cui come giovani universitari eravamo presenti». Poi la pandemia ha rallentato tutto. «Ma abbiamo cercato di tenere insieme relazioni e rapporti – conclude – perché anche una telefonata o un messaggio può essere d’aiuto e di incoraggiamento». Poi il sogno, che è di tutti: «Riprendere al più presto, con slancio e 'numeri' nuovi».

Rosanna Borzillo

Avvenire, 2 giugno 2021