Non più temporaneo ma definitivo. È il “no” del governo britannico ai bloccanti della pubertà per la disforia di genere nei minori di 18 anni. L’unico uso consentito riguarderà le sperimentazioni. L’altolà è stato ufficializzato dal ministro della Sanità, Wes Streeting, che ha recepito le raccomandazioni della Commissione sui medicinali per uso umano: «Il rischio per la sicurezza – scrive – è inaccettabile».
È il tassello che mancava per chiudere una partita aperta nel 2020 con l’inchiesta dalla pediatra Hilary Cass al Tavistock and Portman Center di Londra, la clinica specializzata in trattamenti per minori transgender. L’indagine della Cass segnalò la mancanza di dati sugli effetti dei bloccanti della pubertà e la non praticabilità a lungo termine delle procedure. In seguito a quella revisione le autorità sanitarie disposero la chiusura del Centro e la riorganizzazione dei servizi.
La legge con cui, a maggio, il governo conservatore mise al bando le terapie a base di triptorelina è stata contestata in tribunale dalle associazioni lgbt ma l’Alta Corte ne ha certificato la legittimità. Cass ne parla come di «farmaci potenti con benefici non provati e rischi significativi». La revisione della stretta è prevista nel 2027.
Avvenire, 12 dicembre 2024