UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Dad, i giovani salvati dal Portofranco

Successo per il progetto “One Step Closer”. Bonfanti: nell’emergenza sanitaria siamo stati un sostegno contro la dispersione scolastica
6 Novembre 2021

Si è concluso 'One Step Closer', il progetto di Portofranco - l’associazione che offre aiuto gratuito nello studio che ha consentito di sostenere a distanza i ragazzi delle scuole medie superiori durante il lungo periodo di isolamento. Nata nell’autunno 2020 con l’obiettivo di affrontare con maggiore efficacia il disagio educativo durante la pandemia, l’iniziativa ha assicurato lezioni individuali integrate via web con volontari che, grazie all’intesa con i giovani e alla condivisione dei loro problemi e necessità, li ha aiutati attenuando i pericoli dell’isolamento ed evitando ulteriore dispersione scolastica.

Tra settembre e luglio sono state fornite 7.000 ore di lezione di cui il 70% on line in otto postazioni pc, conferenze in streaming, dirette in preparazione alla maturità e uno sportello d’ascolto e orientamento. «Qui a Porto- franco non ci siamo mai fermati, anzi abbiamo continuato a lavorare per e con i ragazzi, preoccupandoci non solo della continuità dell’apprendimento, ma soprattutto della loro resistenza e riuscita umana», ha detto il presidente dell’associazione, Alberto Bonfanti, ricordando che il 60% degli studenti durante la chiusura delle aule è peggiorato nel rendimento e nell’apprendimento, il 30% non si è mai collegato alle lezioni in Dad e il tasso di dispersione scolastica si è attestato al 13%. La prova è stata dura per i ragazzi rendendo più acute le situazioni di disagio personale e le difficoltà scolastiche, sottolineano gli esperti di Portofranco. L’impossibilità della frequenza in presenza e la conseguente limitazione delle relazioni hanno generato spesso un sentimento di sfiducia e il questo scenario il supporto di 'One Step Closer' si è rivelato vincente.

La pandemia ha generato una ferita profonda a livello sociale, relazionale, di conoscenze e competenze. «È mancata la coscienza di questa ferita e ciò ha fatto prevalere una didattica vecchia, frontale» ha fatto notare il direttore di Fondazione Agnelli Andrea Gavosto che ha aggiunto: «Vi è stato uno sforzo fantastico per le nuove tecnologie ma oggi si è aperta una sfida, quella di comprendere la diversità della didattica». Le ricerche dell’Università Milano Bicocca portano a constatare che «l’attenzione alle capacità non cognitive può essere lo strumento vincente per facilitare l’apprendimento », spiega il presidente della Fondazione per la Sussidiarietà e docente di Statistica Giorgio Vittadini, che assicura: «Attitudini e personalità influiscono sul rendimento scolastico, ma anche le capacità non cognitive possono essere stimolate e coltivate» quindi «la qualità dell’istruzione scolastica è la via maestra per ridurre le disuguaglianze e favorire l’inclusione sociale».

Monica Lucioni

Avvenire, 5 novembre 2021