UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Superare la paura con una presenza fedele

Silvia Cocchi (Bologna): dobbiamo cogliere le fragilità delle persone. I doposcuola parrocchiali sono luoghi di accoglienza e integrazione
5 Ottobre 2020

In occasione dell’uscita del sussidio “Educare, infinito presente”, elaborato dalla Commissione Episcopale per l’educazione cattolica, la scuola e l’università a conclusione del decennio sull’Educare alla vita buona del Vangelo, abbiamo rivolto alcune domande alla professoressa Silvia Cocchi, incaricata per la Pastorale scolastica della Diocesi di Bologna.

In base alla sua esperienza, quali attenzioni o aspetti manifestano al meglio l’amore e l’impegno della Chiesa per la scuola? C’è un’esperienza o un’iniziativa in particolare che vuole segnalare?

In una di quelle sere silenziose e mute del lockdown, ho visto nell’atrio di un condominio, una maestra con le precauzioni di mascherina e distanza, consegnare i quaderni dei compiti a uno dei suoi alunni; e avrebbe proseguito il suo giro da tutti gli altri. Aggiungendo a quello strano momento di scuola parole vere di fiducia e di speranza. Che cosa è stata la Chiesa durante il periodo della pandemia? Qualcosa di molto simile a quella maestra: attenzione all’umano, allo spirituale, ad una dimensione che non fosse solo quella delle regole, dimostrandosi sempre pronta e attenta ai bisogni umani. La Chiesa ha donato la Sua presenza fedele, costante anche attraverso la scuola, gli insegnanti, i sacerdoti, i Vescovi consapevole che tra i bisogni dell’uomo c’è quello di superare la paura. Da questo seguono e nascono idee straordinarie.

Quali sono le sfide e i temi più rilevanti per la scuola di oggi a cui anche la Chiesa può dare un contributo?

Continuare a cogliere le necessità e le fragilità delle persone, poi ascoltarle e quindi fare in modo che quelle fragilità diventino forza. Sempre più credo che, oltre all’aiuto alla scuola cattolica con forme di sostentamento per gli studenti con disabilità, sia necessario accompagnare i doposcuola come luogo di accoglienza ed integrazione. Altrettanto urgente risulta aggiornare la formazione degli insegnanti di Religione Cattolica ed essere pronti a proporre alle scuole, con competenza, professionalità e umanità, corsi di eduzione alla cittadinanza e alla mondialità, al rispetto dell’affettività; oltre a incrementare la spinta verso il volontariato e la cura del Creato.

Come pensa che il sussidio possa aiutare le comunità cristiane a rafforzare il rapporto tra le realtà ecclesiali e le scuole?

Ravvivando l’interesse per il tema scuola-educazione. Per questo, però, occorre diffondere il sussidio, magari sperimentando a livello diocesano una liturgia domenicale sul tema “scuola”, ricordando ed elencando tutte gli enti, associazioni, scuole a livello parrocchiale, nominarle e pregare per loro. In tale circostanza si potrebbe organizzare una testimonianza di un dirigente scolastico o di un docente giovane e fare dono del sussidio. Inoltre, sarebbe importante distribuirlo durante le iniziative degli uffici diocesani, renderlo fruibile digitalmente o cartaceo alle scuole cattoliche, e chiedere riscontri e suggerimenti sulla base del suo contenuto.