UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Educare, un percorso mai concluso

Don Lorenzo Celi (Padova): la Chiesa è a servizio dell’educazione e della scuola perché sia luogo di crescita in umanità e socialità
21 Settembre 2020

In occasione dell’uscita del Sussidio “Educare, infinito presente”, elaborato dalla Commissione Episcopale per l’educazione cattolica, la scuola e l’università a conclusione del decennio sull’Educare alla vita buona del Vangelo, abbiamo rivolto alcune domande a don Lorenzo Celi, direttore dell’Ufficio per la pastorale della scuola della Diocesi di Padova.

In base alla sua esperienza, quali attenzioni o aspetti manifestano al meglio l’amore e l’impegno della Chiesa per la scuola? C’è un’esperienza o un’iniziativa in particolare che vuole segnalare?

Credo che compito della comunità cristiana sia anzitutto prestare attenzione e ascolto a quanti “fanno la scuola” aiutandoli a vivere in pienezza la loro missione educativa che trova ispirazione nel Vangelo. La pastorale scolastica non può ridursi ad un pacchetto di iniziative che l’istituzione ecclesiastica mette a disposizione, ma vive dell’impegno e dell’apporto di ogni cristiano che opera nelle istituzioni educative. Un’esperienza molto bella che nella mia Diocesi da sette anni stiamo vivendo come proposta per tutto il mondo scolastico è il convegno di inizio anno che vede la partecipazione di un migliaio tra dirigenti, docenti e anche studenti, dedicato a tematiche a prevalente sfondo antropologico; evento che sta incontrando un gradimento crescente e trasversale. Vorrei però anche richiamare alcune iniziative preziose che entrano nel mondo della scuola spesso grazie all’impegno degli insegnanti di religione e permettono agli studenti di incontrare importanti esperienze di volontariato, accoglienza dei bisognosi, sostegno alla giustizia e alla legalità. Mi piace evidenziare, poi, come talvolta succede che nelle scuole cattoliche trovino casa alcuni ragazzi che nella scuola statale erano in grosse difficoltà ma, una volta ospitati in un ambiente più “personalizzato”, spesso rifioriscono sviluppando talenti e competenze insospettati.

Quali sono le sfide e i temi più rilevanti per la scuola di oggi a cui anche la Chiesa può dare un contributo?

Ritengo siano proprio i temi antropologici che attengono al senso profondo del vivere e dell’essere persona in una dinamica di relazionalità strutturale. La Chiesa deve mettersi al servizio della Scuola per aiutarla a valorizzare il senso profondo sotteso alla formazione e alla ricerca culturale, affinché essa continui ad essere per ogni ragazzo che la frequenta luogo di crescita in umanità e in socialità; i due aspetti maggiormente in crisi oggi perché soppiantati dall’individualismo. Attraverso la relazione e il patto educativo fra famiglie e realtà educanti si crea quella rete sociale che non solo custodisce ma permette ad ogni giovane di sentirsi accompagnato nel suo diventare parte di una polis sempre più ampia.

Come pensa che il sussidio possa aiutare le comunità cristiane a rafforzare il rapporto tra le realtà ecclesiali e le scuole?

Il sussidio offre una prospettiva preziosa bene espressa dalla preposizione “per”, indicando il porsi al “servizio di”; il desiderio di “collaborare con”, senza alcuna pretesa di rivendicazione o di affermazione delle proprie competenze. Già il termine sussidio esprime un senso di umiltà e di gratuità che va nell’ordine dell’accompagnamento: non si vuole insegnare niente a nessuno, tantomeno alle parrocchie o alle varie realtà ecclesiali, ma offrire suggerimenti, aprire cammini, sostenere proposte, richiamando il senso di una azione ecclesiale che coinvolge in una dinamica di sussidiarietà i diversi attori pastorali a partire da ogni battezzato. Trovo il titolo molto evocativo: l’educazione attiene al presente di ogni persona, ma è un percorso infinito che non può mai dirsi concluso. Proprio come la vita.

 

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