UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Così la scuola in ospedale ha “salvato” i più fragili

Bambini e insegnanti hanno inviato un video con le loro storie a papa Francesco.
2 Novembre 2021

Hanno inviato un video a papa Francesco raccontandogli emozioni e difficoltà delle lezioni al tempo della pandemia per la “Scuola in ospedale”. Volti, storie, timori e tutto il resto. Compresa la voglia di non interrompere il percorso formativo. E il Santo Padre ha risposto loro, ringraziandoli per il dono, incoraggiandoli a perseverare nell’impegno educativo dei valori dell’accoglienza fraterna, della solidarietà e della salvaguardia del Creato. E concludendo con la benedizione apostolica, estesa all’intera Comunità scolastica di Cosenza III di Via Negroni.

«In un momento in cui l’uomo è stato portato a diffidare dell’altro, a distaccarsi in modo precauzionale – raccontano i docenti dell’istituto cosentino coinvolti nel progetto, a cominciare dalla dirigente scolastica Marina Del Sordo – in cui le frequenti chiusure, la didattica a distanza e la didattica integrata a distanza hanno limitato i rapporti relazionali, la “Scuola in ospedale” non ha mai smesso di lavorare in presenza, vivendo con questi alunni più fragili un’esperienza viva e palpitante. Lo studio, la condivisione, la socialità e la fraternità sono stati il quotidiano, nel quale stu- denti e insegnanti hanno camminato, garantendo l’istruzione ma anche momenti di preziosa normalità, fatta di gesti e attenzioni che, creando un’atmosfera serena, sono stati una parte importante della “cura”».

Con la “Scuola in ospedale” bambini e ragazzi costretti in corsia dalla malattia possono continuare a frequentare grazie all’impegno di docenti inseriti nell’organico speciale di questo straordinario percorso formativo. È presente quasi in tutta Italia. In Calabria sono cinque: oltre a quella cosentina lavorano a Cetraro, Catanzaro, Crotone e Reggio Calabria. Affinché sia attiva c’è bisogno d’un reparto di Pediatria in corsia. Copre l’intero percorso scolastico, dall’Infanzia alla scuola Secondaria di secondo grado. L’organico è fluttuante, come per la “Scuola in carcere”, poiché legato alle necessità di bambini e ragazzi ricoverati. È un servizio mirato per i degenti di medio e lungo periodo, e pure in “day hospital” ma con caratteristiche particolari.

La “Scuola in ospedale” ha un registro elettronico nazionale in quanto è possibile che cambi la struttura nella quale si è in cura e quindi si frequentano le lezioni, perciò è necessario che presenze e il resto siano visionabili da tutti i docenti. Ancora è presto per avere numeri relativi alla frequenza dell’anno scolastico appena cominciato ma normalmente in Calabria si parla, più o meno, di 600 bambini per la scuola dell’Infanzia, 500 per la primaria, 400 per la secondaria di primo grado. L’orario in genere va dalle 8 del mattino alle 16, in base alle esigenze degli studenti.

Decine le storie scritte da alunni e prof in tutta Italia. Dalla cattedra con le rotelle nella clinica pediatrica di Padova al Progetto accoglienza “Un mare di emozioni” della primaria nell’ospedale Cannizzaro di Catania, dal laboratorio di pasticceria di Pordenone alla robotica educativa delle Marche.

In parallelo si muove la “Scuola a domicilio” che può essere richiesta dalla famiglia del ragazzo malato per ottenere lezioni a casa quando il piccolo è impossibilitato a muoversi. Si tratta di un altro, meraviglioso, racconto di civiltà e aiuto, vicinanza e solidarietà. Scritta ogni giorno da docenti che restano lontano dai riflettori, lavorando in silenzio.

Domenico Marino

Avvenire, 31 ottobre 2021

(foto da avvenire.it)