UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Così la scuola ha aperto la strada

Bilancio positivo delle prime settimane di controlli delle certificazioni del personale
15 Ottobre 2021

Si può fare. A un mese e mezzo dalla riapertura delle scuole con obbligo di controllo del Green pass del personale (non degli studenti), dal mondo dell’istruzione arriva un messaggio incoraggiante alle aziende che, da domani, dovranno verificare la certificazione vaccinale dei dipendenti. «Il bilancio è positivo», dice il presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli. Che ricorda come, per il controllo dei certificati verdi, i dirigenti scolastici si siano potuti avvalere di un’apposita piattaforma telematica, collegata alla banca dati dell’anagrafe dei Green pass, che ha evitato di effettuare le verifiche ad personam all’ingresso degli edifici. «Questo ci ha permesso un notevole risparmio di tempo», ricorda Giannelli, suggerendo alle aziende di adottare lo stesso metodo. «Questa modalità di controllo – aggiunge il presidente dell’Anp – è praticabile nei luoghi dove le persone che entrano sono sempre le stesse ogni giorno. Vale, quindi, per la scuola ma anche per aziende, imprese ed uffici. Non è, invece, possibile nei ristoranti, nei cinema o nei teatri dove, evidentemente, le persone che vi accedono cambiano di continuo».

Con una percentuale di vaccinati che arriva al 95%, la scuola non ha dovuto fare i conti con l’opposizione dei no-vax che, secondo i presidi, non arriva al 5%. «Se vogliono entrare a scuola, anche i convinti oppositori devono sottostare al tampone», ricorda Giannelli. Che respinge (e non da ora) qualsiasi ipotesi di concedere tamponi gratuiti ai non vaccinati. «La collettività paga il vaccino, che è gratuito per tutti e non si capisce perché dovrebbe pagare anche il tampone», è il suo ragionamento. «Vaccinarsi – continua – non è ancora un obbligo di legge ma è un obbligo morale e civile. Per uscire dalla pandemia la strada obbligata è il vaccino e soltanto grazie alla elevata percentuale di immunizzati la scuola ha potuto riaprire in presenza e in sicurezza». Sulla linea della fermezza è anche la segretaria generale della Cisl Scuola, Maddalena Gissi: «Non abbiamo mai chiesto i tamponi gratuiti per il personale e mi spiace sentire ora la politica dire che si possono invece concedere ad altre categorie. Non è davvero il caso. Con la vaccinazione di massa, la scuola ha dimostrato un alto senso civico che magari ad altri manca. Sento dire “O fate come diciamo o blocchiamo il Paese”. La scuola non fa questi ricatti perché colpirebbero il diritto all’istruzione dei ragazzi. Forse sarebbe il caso che anche la politica riconoscesse l’alto livello morale ed etico della scuola italiana». Piuttosto, ora gli alunni rischiano di tornare in Didattica a distanza perché altre categorie non hanno raggiunto le stesse percentuali di vaccinati della scuola. L’allarme è stato lanciato proprio ieri durante l’esecutivo della Cisl Scuola presieduto dalla segretaria Gissi.

«Dalle Marche ci dicono che da venerdì le scuole rischiano la Dad perché tanti autisti degli autobus non sono vaccinati e lo stesso vale per gli scuolabus, il personale addetto alle mense e tutti gli altri servizi collaterali alla scuola», denuncia la leader sindacale. Una beffa intollerabile per un settore che, con oltre un milione di lavoratori, conta «1-2 no-vax per istituzione scolastica, non più di 20mila persone, che o si adeguano alle regole o restano a casa», ribadisce Gissi. Come è successo all’Università di Bologna, dove ieri è stato ufficialmente sospeso un docente che per cinque volte consecutive non ha voluto esibire la certificazione verde. E c’è anche il caso di una dipendente amministrativa che martedì ha raggiunto il quinto giorno consecutivo senza voler mostrare il Green pass per entrare in ufficio e per la quale l’iter di sospensione è stato avviato.

Paolo Ferrario

Avvenire, 14 ottobre 2021