UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

«Così la scuola è più vicina al mondo del lavoro»

Gli Its diventano Istituti tecnologici superiori: l’80% degli studenti trova un impiego entro un anno dal diploma
13 Luglio 2022

Formare giovani con elevate competenze nei settori strategici per lo sviluppo del Paese, coerentemente con l’offerta lavorativa dei rispettivi territori. È la missione degli Istituti tecnologici superiori (Its Academy), dichiarato dalla riforma approvata ieri in via definitiva dalla Camera con voto unanime dei deputati. Diventa così legge uno dei punti qualificanti del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) per l’istruzione, obiettivo dichiarato fin dal discorso d’insediamento dal presidente del Consiglio, Mario Draghi. A undici anni dal suo avvio, il sistema degli Its, percorso di formazione terziaria non universitaria, comprende 120 fondazioni, con 766 corsi attivi, 19.626 studenti e circa 3mila soggetti coinvolti, tra cui 1.222 imprese e 135 associazioni di imprese.

Tra i punti qualificanti degli Its, infatti, c’è il legame con il sistema imprenditoriale del territorio, ulteriormente rafforzato dalla riforma, che prevede che il 60% del monte orario complessivo sia svolto da docenti provenienti dal mondo delle imprese e che il 35% delle ore sia effettuato in stage aziendali e tirocini formativi. Modalità che sta dando buoni risultati. Secondo l’ultimo monitoraggio nazionale effettuato su 5.280 diplomati, l’80% ha trovato lavoro nel corso del 2021, nonostante le restrizioni dovute alla pandemia. «La riforma – sottolinea il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi – garantisce un rapporto diretto coi territori e i tessuti produttivi. L’obiettivo – prosegue – è raddoppiare il numero degli iscritti». Nel giro di 4-5 anni, insomma, gli Its - per i quali è stato istituito un fondo apposito da 48,3 milioni di euro annui a partire dal 2022 - dovranno arrivare ad avere 100mila iscritti e 20mila diplomati all’anno.

«Per troppi anni abbiamo guardato all’estero – ricorda il presidente dell’associazione Its Italy, Guido Torrielli –. Ora abbiamo un vero e proprio modello italiano e gli Its sono adesso pienamente maturi per avere un ruolo da protagonisti nell’offerta formativa del nostro Paese, al pari della scuola e dell’università». «Soddisfazione» per l’approvazione della riforma degli Its è espressa anche da Laura di Raimondo, direttore di Asstel-Assotelecomunicazioni di Confindustria: «Il settore delle Tlc ritiene questo passaggio fondamentale per costruire quelle figure professionali, oggi mancanti, in grado di spingere la digitalizzazione dell’Italia». Opposto il giudizio della Cgil, che in una nota parla di «riforma deludente che consegna la formazione nelle mani dei privati».

Per la relatrice della legge, Vittoria Casa, presidente della Commissione Cultura, Scienza e Istruzione della Camera, invece, questa riforma rappresenta «un cambiamento decisivo», mentre il capogruppo di Italia Viva nella stessa Commissione, Gabriele Toccafondi, sottolinea il «fondamentale» ruolo delle Regioni per l’applicazione della riforma nei territori e di «occasione imperdibile» parla la ministra per gli Affari regionali e le autonomie, Maria Stella Gelmini.

Paolo Ferrario

Avvenire, 13 luglio 2022