UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Così la mitologia greca ci invita a guardare agli ucraini che vengono oscurati e ai migranti scartati

Una lettera ad “Avvenire” racconta l’esperienza di un docente di Alcamo
9 Dicembre 2022

Caro direttore, ho proposto ai miei alunni la lettura di due racconti mitici: “Prometeo”, “Filemone e Bauci”. Prometeo, eroe civilizzatore e benefattore dell’umanità, dona agli uomini, ancora rudi e selvaggi, il fuoco, che significa luce, calore, tecnica. L’uomo riesce così a cuocere il cibo, a scaldarsi, a forgiare metalli “illuminando” la propria vita. Penso agli ucraini privati di luce, calore, cibo: oscurati, intirizziti, stremati da chi è anti-civilizzatore e mal-fattore.

Filemone e Bauci, un uomo e una donna, vecchi, poveri, dall’animo buono, vivono in una società opulenta indifferente a mendicanti e viandanti. In tali sembianze si presentano presso le ricche case degli uomini Zeus, re degli dei, e suo figlio Ermes, per chiedere solo un giaciglio e un pugno di farina, ma vengono cacciati via con sdegno. Zeus, triste, osserva che la crudeltà si è insinuata nel cuore dell’uomo. Ma Ermes, tenace, gli indica una misera capanna da cui proviene un filo di luce. Forse un barlume di bontà c’è nell’umanità: si è rifugiata tra la miseria. Vengono accolti da una coppia di anziani, Filemone e Bauci, che offrono tutto ciò che possiedono: un misero giaciglio, un po’ d’acqua, un pugno di farina. Perché, dice Filemone, «non abbiamo altro, ma ciò che abbiamo è vostro. Ogni ospite è Dio nella nostra capanna!».

Attoniti e assorti, i miei studenti ammirano la compassione di Prometeo per gli uomini, e quei due vecchi sereni, sorridenti, pieni di attenzione con gli ospiti, che vivono la carità nella povertà. E penso all’emergenza migranti: il Nord del mondo ricco di beni, ma povero di bene, al cospetto del Sud del pianeta povero di beni, ma colmo di “umanità” disperata che bussa alle nostre porte chiedendo accoglienza. Mentre papa Francesco nota che «l’esclusione dei migranti è peccaminosa, ed è criminale non aprire le porte a chi ha bisogno», l’Europa – grembo dello ius gentium (diritto dei popoli) e dell’Umanesimo cristiano – getta a mare diritti umani, sentimenti umanitari, migranti, facendo naufragio di civiltà.

Scrive Gloria, una mia studentessa, citando il Papa: «”Accogliere, proteggere, promuovere, integrare” non sono solo parole, non sono solo verbi: sono leggi morali che ci indicano il giusto modo di vivere la vita. Stringiamoci alle persone migranti e a chi soffre per la guerra, perché il mosaico dell’umanità si completi con l’accoglienza, la protezione, la promozione, l’integrazione delle loro vite nell’armonia della fratellanza! ». Abitare consapevolmente il tempo che ci è dato da vivere, è vedere negli altri il volto dell’Altro. A noi illuminarlo ogni giorno con la “luce” della carità, accoglierlo con il “calore” della solidarietà, testimoniate da Prometeo, Filemone e Bauci. Ricordiamoli e imitiamoli.

Vito Melia, docente di Lettere ad Alcamo (Tp)

Avvenire, 8 dicembre 2022