Ragazzi cresciuti in associazioni ecclesiali, oratori e scuole paritarie tra i protagonisti annunciati di oggi.
Poco importa se in modo organizzato oppure con il proprio gruppo di amici o compagni di classe, senza etichette né divise. Quel che è certo è che tra i ragazzi che oggi saranno nelle piazze per le manifestazioni «Fridays for Future», a chiedere impegni concreti contro i cambiamenti climatici, molti fanno riferimento alle più diverse realtà ecclesiali, frequentano parrocchie o scuole cattoliche. Il frutto di un lungo lavoro educativo che ha trovato un perno nell’enciclica Laudato si’di papa Francesco. «Ci credono e hanno voglia di farsi sentire: nei loro occhi c’è il desiderio di custodire il creato, di prendere in mano la situazione e garantire il futuro» sottolinea Alessandro Giardina, responsabile dell’Agesci del Friuli-Venezia Giulia che con il Comitato regionale ha scritto una lettera aperta a coccinelle, lupetti, guide, esploratori, scolte e rover sostenendo la loro partecipazione all’evento mondiale. «Questo non è uno sciopero 'contro la scuola' ma un’iniziativa per l’ambiente », aggiunge Alessandro, che ricorda come questa giusta causa sia nel Dna degli scout. «L’articolo 6 della nostra Legge recita che la guida e lo scout amano la natura. E amare vuol dire prendersi cura, lavorare per qualcosa, migliorare. Gli occhi e i cuori di questi giovani dicono chi siamo stati, chi siamo e cosa abbiamo sognato».
«C’è un senso di rabbia, di frustrazione e il desiderio di cambiare nei confronti del mondo degli adulti che gli sta rubando il futuro, come dice papa Francesco », gli fa eco Luca Paolini, insegnante di religione alla scuola media Giosuè Borsi di Livorno, che testimonia un’attenzione anche da parte di ragazzi di una fascia di età che non è mai coinvolta in manifestazioni di piazza.«È la prima volta che sento dire ad alunni delle medie che vogliono esserci, che hanno chiesto ai genitori il permesso per partecipare. Questo significa che è qualcosa che loro sentono», osserva Paolini, animatore di Religione 2.0, frequentatissimo blog per insegnanti di religione. «La questione ecologica – rileva – oggi fa breccia, e quando si parla di ambiente, argomento trasversale alle diverse discipline, si ha la sensazione di sfondare una porta aperta ». «Crediamo che le nuove generazioni possano dare un contributo reale al cambiamento: sta agli adulti e agli educatori accompagnarli e aiutarli dire la loro, a trovare soluzioni, ad attivare percorsi, a diffondere le buone pratiche » afferma Virginia Kaladich, presidente della Fidae, la federazione degli istituti paritari. «Da parte nostra – precisa – non c’è un’adesione come sigla, ma la cura della casa comune è una tematica che i nostri giovani e i nostri educatori hanno a cuore, come conferma l’impegno messo in atto con il progetto 'Io posso' che raccoglie la sfida degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030». Secondo Kaladich, infatti, «i ragazzi vanno aiutati a leggere la realtà e a prendere consapevolezza dell’apporto che possono dare perché, se sono incentivati, hanno grandi possibilità». Fin da piccoli.
«Per la prima volta, in occasione dell’evento di oggi, c’è stata una forte mobilitazione di tutti i plessi che hanno lavorato sul tema, facendo numerosi cartelloni e promuovendo incontri con la stampa», dice Sandra Fornai, dirigente dell’Istituto comprensivo «Iqbal Masih » di Bientina (Pisa). «La Laudato si’non è passata sotto silenzio: c’è un’attenzione diffusa tra i ragazzi, soprattutto in alcune aree del nostro Paese, per una sfida che ci riguarda tutti da vicino », assicura don Tony Drazza, assistente ecclesiastico dell’Azione Cattolica per il settore giovani, ricordando la «grande capacità dell’Ac di coinvolgersi, anche in attività promosse da altri, e di contagiare». Di essere cioè «lievito». «Già da tempo abbiamo la stessa passione che ha dimostrato Greta, per questo ci siamo ritrovati nel suo appello», confida Adelaide Iacobelli, segretaria nazionale del Msac, il Movimento studenti di Azione cattolica, che ha chiesto però di vivere questa «giornata di sensibilizzazione» tra i banchi di scuola: «Abbiamo inviato ai referenti dei nostri circoli materiali sull’enciclica e reso disponibili sul sito altri contenuti tematici che possono essere utilizzati in classe per approfondire l’argomento», racconta Iacobelli evidenziando tuttavia «che alcuni gruppi locali scenderanno in piazza e che nulla vieta, una volta usciti da scuola, di andare per le strade delle città a continuare la campagnadi sensibilizzazione».
Stefania Careddu
Avvenire, 15 marzo 2019