Cinque diocesi (quelle del Lazio Sud) e un impegno unitario per la tutela dei minori e la promozione di una cultura attenta al tema all’interno delle realtà ecclesiali. Operativo già dal marzo 2020, il Servizio interdiocesano delle Chiese del Lazio Sud ha come obiettivo primario la prevenzione e la sensibilizzazione sul tema della tutela. E proprio per questo settimana scorsa presso il Collegio Leoniano di Anagni (con il patrocinio dell’Istituto teologico Leoniano e della Regione Lazio) ha dato vita a una giornata di studio dal titolo “Minori e persone vulnerabili - Ritessere fiducia - Chiesa e società: un impegno comune”, rivolto agli operatori delle cinque diocesi coinvolte: Gaeta, Anagni- Alatri, Frosinone-Veroli-Ferentino, Latina-Terracina-Sezze-Priverno, Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo.
Una giornata di studio che è stata anche l’occasione per fare il punto di quanto fatto in questi quattro anni di lavoro: la creazione di un Centro di ascolto, la pubblicazione della Linee guida operative nel corso del 2023 e la lettera intitolata “Estate sicura” di quest’anno. Un impegno che il Servizio interdiocesano non sta svolgendo soltanto all’interno delle realtà ecclesiali, ma cerca di promuovere la collaborazione con le realtà pubbliche e private, proprio per promuovere una cultura condivisa per la difesa dei minori e la promozione del loro benessere.
Significativa la presenza alla giornata di studio della presidente del Servizio nazionale per la tutela dei minori, Chiara Griffini, che nel suo intervento di apertura dei lavori ha sottolineato con forza come «in un tempo in cui gli abusi e la violenza sui minori e tra minori ci richiamano ad una urgente responsabilità educativa e a un cambio di paradigma culturale per quanto attiene la tutela dei minorenni, ma non solo, direi la tutela, come riaffermazione della comunità educante come agente promotore di generatività sociale, la Chiesa non può non mettersi in gioco, nel nome della fedeltà al Vangelo e all’uomo». E lo sta facendo da un decennio, ha ribadito la presidente del Servizio Griffini, non dimenticando nessuno degli attori nel campo educativo, sacerdoti e laici che siano.
Ecco che nell’intervento sia della Griffini, sia degli altri relatori, sono spesso risuonate alcune indicazioni che possono essere considerate «le parole chiave» non solo della giornata di studio: custodire, ascoltare, curare, dialogo, incontro, confronto, formazione, cultura, accoglienza, informare, tutelare, prevenire, comunità, relazioni, libertà.
Anche i pastori delle Chiese del Lazio Sud hanno voluto esprimere un proprio pensiero in questa occasione di riflessione. Così l’arcivescovo di Gaeta, Luigi Vari, ha espresso soddisfazione per la buona riuscita dell’evento, definendolo «un segno di impegno e incoraggiamento per le diocesi». Tutto ciò «rappresenta anche il forte legame di dialogo esistente con tutte le istituzioni».
Da parte sua il vescovo di Latina-Terracina- Sezze-Priverno, Mariano Crociata, ha sottolineato l’importanza della prevenzione e della formazione, anche perché «le esperienze dolorose di questi anni ci hanno reso sempre più attenti e impegnati sul fronte della prevenzione e della formazione alla tutela dei minori. Senza allarmismi, si tratta di creare un clima di rispetto e accoglienza nei confronti di tutte le persone a cominciare dai minori e da quelle vulnerabili».
«L’obiettivo è offrire strumenti conoscitivi e operativi per rafforzare le azioni di tutela» ha aggiunto il vescovo di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo, Gerardo Antonazzo, sottolineando come il lavoro del Servizio interdiocesano abbia iniziato a cogliere l’attenzione degli operatori pastorali nei confronti del tema degli abusi sui minori.
Ne è convinto anche il vescovo Ambrogio Spreafico, che riunisce nella propria persona le diocesi di Frosinone-Veroli-Ferentino ed Anagni-Alatri. «La giornata di studio è stata di grande interesse per sostenere il lavoro e l’impegno dell’équipe Interdiocesana - ha detto Spreafico - che in questi anni ha aiutato le nostre comunità a crescere sia in una consapevolezza maggiore del male degli abusi verso minori e persone fragili sia in una rinnovata coscienza educativa di relazione all’interno delle nostre comunità, perché l’abuso riguarda l’intera comunità e la sua capacità educativa».
Enrico Lenzi
Avvenire, 3 dicembre 2024