È già una scelta didattica sperimentata, con esiti soddisfacenti, da diversi docenti di religione cattolica, che sentono però in prima persona la necessità di una più solida formazione in materia. L’uso del cinema nell’insegnamento della religione si rivela uno strumento molto efficace per affrontare in maniera attraente per gli alunni i temi di una disciplina che intercetta continuamente la vita concreta, quella che tanti film sanno ben raccontare nelle sue mille sfaccettature. Ma perché l’introduzione del cinema in classe abbia sempre migliori ricadute in termini educativi, c’è bisogno di utilizzarlo con competenza.
A questa esigenza risponde il corso residenziale dal titolo «Usare il cinema nell’ora di religione», organizzato dal 4 al 6 ottobre prossimi dalla Fondazione Ente dello Spettacolo a Castiglione del Lago (Perugia). Realizzato con la direzione scientifica dell’Università Cattolica e il patrocinio del Servizio per l’Insegnamento della Religione cattolica della Diocesi di Milano, il corso è un’opportunità di alto profilo scientifico e didattico per conoscere più da vicino il linguaggio cinematografico e i suoi significati e usarlo con profitto nella didattica.
È proprio quello che cercava, ad esempio, la professoressa Laura Ragni, docente di religione al Liceo scientifico e linguistico Edouard Bérard di Aosta. «Da anni – spiega – faccio uso nelle lezioni di supporti multimediali, e tra questi il film si è rivelato uno dei più efficaci per suscitare l’attenzione degli studenti, grazie alla forza attrattiva delle immagini». Questo non significa di certo «sostituire la mediazione dell’insegnante, chiamato a curare la necessaria pianificazione e selezione del materiale cinematografico da proporre in classe». Non avendo avuto una formazione sistematica al riguardo, la prof valdostana ha trovato interessante la proposta del corso dell’Ente dello Spettacolo.
Per le stesse ragioni ha scelto di iscriversi alla tre giorni di Castiglione del Lago il professor Tommaso Cera, docente in due scuole milanesi, l’Istituto tecnico aeronautico Lindbergh e la Scuola media Beltrami. La sua familiarità con il linguaggio del cinema in classe è confluita anche in un paio di libri di testo, di cui è autore, per l’insegnamento della religione nelle medie e nelle superiori. «Ritenendomi comunque un autodidatta in merito – dice – sono stato attirato dalla serietà della proposta formativa del corso, in particolare con la riflessione sulla questione del sacro nel cinema, attraverso il film La ricotta di Pasolini». Per il professor Cera i film, da presentare anche solo attraverso alcune scene, «offrono la possibilità di attualizzare i contenuti affrontati, oltre a essere un ottimo terreno di collaborazione interdisciplinare».
Un aspetto che sottolinea anche Maria Angela Meraviglia, insegnante di religione all’Istituto Maria Ausiliatrice di Castellanza ( Varese), per la quale «il cinema offre notevoli spunti su temi quali la vita, la morte, Dio, la questione etica». Anche per lei il corso dell’Ente dello Spettacolo è un’opportunità per «leggere meglio il linguaggio del cinema e acquisire familiarità con i suoi aspetti tecnici».
Secondo Sara Calandrella, docente all’Istituto comprensivo Manzoni di Lavena Ponte Tresa, nel Varesotto, l’iscrizione al corso – per lei che si definisce appassionata di cinema – è stata quasi istintiva ma anche motivata «dall’esigenza di acquisire strumenti per un efficace uso nella didattica del linguaggio cinematografico, capace di toccare le corde del cuore dei ragazzi con il fascino della poesia e l’immediatezza della vita».
Augusto Cinelli
Avvenire, 25 settembre 2018
Altri articoli nel file allegato.