UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Censis, il sistema universitario ha retto bene alla pandemia

Si teme però una contrazione delle nuove iscrizioni
14 Luglio 2020

Un sistema universitario reattivo, in grado di gestire il lockdown ottimizzando risorse umane e tecniche, nonostante le carenze strutturali che da anni lo affliggono, per dare continuità alla propria missione.

È l’immagine emersa dalla nuova Classifica Censis delle Università italiane (2020-2021), che quest’anno analizza anche il modo in cui gli atenei hanno saputo affrontare l’inedita situazione creata dal Covid-19. Il ranking annuale – 61 le università statali e non statali che hanno risposto – è stilato in base a strutture disponibili, servizi erogati, borse di studio, livello di internazionalizzazione, comunicazione e occupabilità, e può aiutare i giovani e le loro famiglie a individuare con consapevolezza il percorso di formazione. Disponibili anche le classifiche della didattica delle lauree triennali. Di questi 61 atenei, 42 hanno completato il passaggio alla didattica a distanza entro una settimana dall’inizio del lockdown, i rimanenti per lo più in due settimane. Ma le risorse messe a disposizione dal Fondo per le esigenze emergenziali del sistema universitario sono state ritenute all’unanimità insufficienti.

Il rischio di una contrazione delle nuove iscrizioni è molto concreto, a causa dell’impatto della pandemia su redditi e prospettive di famiglie e studenti, nonché sulla mobilità degli studenti internazionali. L’effetto sulle immatricolazioni della crisi scoppiata nel 2008 fu molto rilevante: causò una riduzione complessiva di quasi 25mila immatricolazioni nel giro di sei anni (-8,4%), con un tonfo nel solo primo anno della crisi del 4,1%. Inoltre, un arresto dei flussi degli studenti residenti all’estero priverebbe i nostri atenei di una componente importante (l’1,7% degli immatricolati nello scorso anno accademico: 5.155 studenti) e in forte crescita nel tempo. Nel quinquennio 2015-2019 il tasso medio annuo di incremento è stato del +10,7%.

Tra i mega atenei statali italiani (oltre 40mila iscritti) nelle prime quattro posizioni si mantengono stabili l’Università di Bologna, prima con un punteggio complessivo pari a 91,5, inseguita da Padova (88,5), Firenze (86,2) e da La Sapienza di Roma (85,7). Sale di una posizione l’Università di Pisa (84,7) mentre quella di Torino retrocede al settimo posto, dopo la Statale di Milano. Ultima l’Università di Napoli.

Tra i grandi atenei statali (20mila-40mila iscritti), l’Università di Perugia mantiene la posizione di vertice con un punteggio complessivo di 92,7. Sale dal quarto al secondo posto Pavia (90,3), incrementando gli indicatori relativi a strutture dal quarto al secondo posto, incrementando di 9 punti l’indicatore relativo a strutture, comunicazione, servizi digitali e occupabilità. Arretra di due posizioni l’Università della Calabria, preceduta da Parma. Ultima in classifica l’Università di Messina.

Anche quest’anno l’Università di Trento guida la classifica dei medi atenei statali (10mila-20mila iscritti), con 98,7 punti (soprattutto grazie a indicatori occupabilità e comunicazione). Al secondo posto Sassari, seguita da Siena. Tra i piccoli atenei statali (fino a 10mila iscritti) difende la sua prima posizione l’Università di Camerino (93,5 punti). A seguire l’Università Mediterranea di Reggio Calabria e l’Università di Foggia.
La classifica dei politecnici, guidata anche quest’anno dal Politecnico di Milano (94,3 punti), vede al secondo posto lo Iuav di Venezia. A seguire il Politecnico di Torino e quello di Bari.

Tra i grandi atenei non statali (oltre 10mila iscritti) è in prima posizione anche quest’anno l’Università Bocconi (98,2 punti), seguita dall’Università Cattolica (81,8). Tra i medi (5mila-10mila iscritti) è quest’anno la Luiss a collocarsi al primo posto (94,6), seguita dalla Lumsa (89,2). Tra i piccoli (fino a 5mila iscritti), la Libera Università di Bolzano continua a occupare il vertice della classifica (101,4), seguita dall’Università europea di Roma (90,6).

Le graduatorie possono essere esaminate nel dettaglio nella sezione del sito Censis dove si possono interrogare in funzione dei personali obiettivi e percorsi di studio. Sul sito sono consultabili anche le classifiche della didattica di lauree triennali, magistrali a ciclo unico e magistrali biennali (rispettivamente raggruppate in 15, 7 e 14 gruppi disciplinari) ed è disponibile la metodologia utilizzata per la classificazione.

Sir, 13 luglio 2020