Siamo alcuni docenti del Liceo Virgilio di Milano. Abbiamo ricevuto la notizia dell’ordinanza regionale come un fulmine a ciel sereno, dopo tante rassicurazioni da parte delle istituzioni, a tutti i livelli, che ponevano la salvaguardia della scuola e di una minima sua normalità come centrale negli obiettivi della politica. L’imposizione della Dad, la Didattica a distanza esclusiva alle superiori va in direzione esattamente opposta e colpisce i ragazzi in un loro diritto fondamentale, che è quello all’istruzione.
La nostra scuola fin dalla fine dello scorso anno scolastico si è interrogata e ha preso provvedimenti per farsi trovare pronta alla ripartenza, senza dimenticare la salvaguardia della salute; per questo, abbiamo iniziato l’anno scolastico con la Ddi (Didattica digitale integrata), prevedendo l’alternanza delle classi in presenza un giorno sì e uno no. Siamo cioè partiti garantendo la presenza quotidiana a scuola solo del 50% dei nostri studenti. Per farlo abbiamo riflettuto, ci siamo confrontati, ci siamo interrogati partendo sempre dalla prospettiva degli studenti e dal loro interesse e bene, arrivando a questa decisione che ci sembra salvaguardi il gruppo classe e, insieme, le esigenze sanitarie (vorremmo evitare di parlare di problemi di mobilità, che non dovrebbero mai, per nessun motivo, diventare motivazioni per decisioni legate alla scuola).
Per attuare questa piccola rivoluzione la Dirigenza ha lavorato tutta l’estate insieme al personale Ata, abbiamo allestito le aule, rivoluzionato l’organizzazione della giornata, incrementato la pulizia e la sorveglianza. Noi docenti siamo diventati 'multitasking', passando di ora in ora dalle normali lezioni in aula ai collegamenti con le varie piattaforme; per le lezioni in presenza, sempre per garantire la sicurezza e la salute di tutti, oltre che di gel in abbondanza, ci siamo dotati di termoscanner che misurano quotidianamente la temperatura di chiunque entri a scuola. Ovviamente le mascherine vengono sempre indossate, da studenti e da docenti.
Per questo, l’ordinanza di Regione Lombardia ci sembra, oltre che fortemente sbagliata nella sua filosofia, anche fortemente ingiusta, incapace di valorizzare quanto molte scuole hanno già fatto e continuano a fare con sforzo di tantissimi lavoratori della scuola e con sacrificio e senso di responsabilità da parte degli studenti. Chiediamo dunque che, nel rispetto della scuola e a salvaguardia del diritto fondamentale all’istruzione (che 'non può' essere sostituito da esclusive lezioni online), l’ordinanza regionale venga modificata, indicando come obbligatoria la Didattica digitale integrata e non la Didattica a distanza.
Molte scuole infatti, a differenza della nostra, hanno cominciato l’anno in presenza completa, senza intervenire sul numero degli studenti presenti. Si renda obbligatoria la Ddi per tutti, nelle forme che le singole scuole decideranno (classi a giorni alterne, a settimane alterne, gruppo classe diviso a metà), garantendo almeno il 50% di scuola regolare in presenza agli studenti delle superiori. La salvaguardia delle lezioni in presenza è anzitutto a garanzia dei più fragili, dei più deboli, di quanti da altre settimane in Dad esclusiva avrebbero solo da perdere.
Davide Torzi
Professore, a nome di parte degli insegnanti del Liceo Virgilio di Milano
Avvenire, 24 ottobre 2020