“Uscire di casa per andare a scuola, passeggiare in compagnia nei corridoi all’intervallo, fare vita di classe, per ore e per anni, comunicare con gesti e sguardi tra studenti e tra studenti e professori, aspettare sulla porta il professore che non arriva mai, esultare per un’ora buca, gioire per la riuscita inaspettata in una prova propria o di altri… Questi e altri sono aspetti normali dell’esperienza scolastica, quasi non ci si bada, ma il lockdown ha interrotto tutto ciò e ha messo in luce quanto la scuola come ambiente di vita non sia solo una cornice del processo di apprendimento, ma anche, per studenti e docenti, una sua condizione di possibilità”.
Valentina Soncini è dirigente scolastico dell’Iis Enzo Anselmo Ferrari di Monza (Istituto professionale e Itis): per la rivista “Segno nel mondo”, dell’Azione cattolica italiana, riflette sul mondo della scuola e sulla ripresa che attende milioni di ragazzi al termine delle vacanze, in un contesto segnato dalla risposta al Covid-19. “Tornare a scuola è vitale per la natura stessa della scuola. Ma lo è anche – spiega – per tutto ciò che gira attorno ai dieci milioni di italiani che la frequentano tutti i giorni (studenti, docenti, Ata): il mondo dei trasporti e della ristorazione, della cultura e dello spettacolo. Soprattutto è vitale per le famiglie, organizzate sui ritmi di vita dei figli e bisognose di un loro luogo di crescita e di socializzazione diverso e in relazione con la famiglia stessa”.
Le linee guida del ministero per l’anno scolastico 2020-2021 “indicano la scelta di far tornare a scuola. Sul rientro gravano però tanti interrogativi: ci saranno gli spazi per garantire il distanziamento sociale? I mezzi di trasporto pubblici avranno servizi per tutti? Ci saranno risorse di personale per garantire vigilanza e sanificazione? Si dovranno fare i turni tra classi a casa e classi a scuola? La didattica a distanza garantirà a tutti la medesima offerta formativa? Ci saranno fondi sufficienti per curare tutte le esigenze?”. Per Soncini “bisogna inventarsi un nuovo modello di gestione dell’esperienza scolastica, che mostra tutta la sua complessità. L’ovvietà dell’andare a scuola è in realtà frutto di moltissime varabili e scelte che non è facile smontare e rimontare”.
Quali sono i rischi da fronteggiare circa la ripresa, a settembre, delle lezioni? Soncini ne indica tre. Anzitutto “il rischio di vivere paurosamente un contatto giudicato troppo ravvicinato. La paura del contagio trova alimento anche in comportamenti antisociali che inducono adulti e giovani a starsene a casa. Purtroppo molti studenti vivono con ansia le dinamiche del gruppo classe, la Dad (didattica a distanza) è stata per loro una via d’uscita. Ma non si può vivere sempre nel web”. Secondo: “Un altro pericolo è quello di vivere con leggerezza le situazioni, di fare come sempre stando senza mascherina, senza sanificare le mani, senza curarsi del contagio possibile”. Terzo: “Un’altra tipologia di interrogativi si annida nella mancanza di volontà o forza politica a tutti i livelli, nel voler veramente agire come sistema per modificare in meglio il mondo della scuola (più sicurezza edilizia, più igiene, più vivibilità, più qualità didattica…). Non mancano nelle linee del ministero sopra richiamate le sollecitazioni per sviluppare quel modello dell’autonomia, prefigurato in modo lungimirante dalle linee del Regolamento dell’autonomia del 1999, mancano le risorse di personale e di finanziamenti. Dare alle scuole i mezzi per digitalizzarsi è una conquista, ma oltre ai pc servono i docenti”.
“Cosa c’è in gioco alla ripresa di settembre? – conclude – In breve c’è in gioco un’alta sfida socio-educativa che sappia incanalare la passione e l’intelligenza formativa di moltissimi in un percorso di cambiamento a favore di una scuola che sia sempre più oggi un ambiente di vita educativo, vitale per giovani e adulti. Il quadro generale è segnato ancora da tante incertezze: una carta da giocare è l’esercizio di una responsabilità propositiva, collettiva e di ciascuno, intelligente, onesta per dare la migliore direzione possibile al processo di trasformazione che si è innescato”.
Sir, 17 agosto 2020