UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Cattolica, un sapere che apre al mistero

Accolte al campus di Cremona le reliquie della beata Armida Barelli. Napolioni: «Qui aula di creatività spirituale, oltre che intellettuale»
19 Dicembre 2022

«Per noi, come università è un momento importante, è il riconoscimento di questa straordinaria donna che si è impegnata per tutta la vita nell’ambito della cultura, del volontariato, nell’ambito dell’azione cristiana». Si è aperta con queste parole, riferite alla beata Armida Barelli, pronunciate da don Maurizio Compiani, assistente spirituale della sede cremonese dell’Università cattolica del Sacro Cuore e incaricato diocesano per la Pastorale universitaria, la Messa natalizia celebrata nella cappella del campus Santa Monica dell’Università Cattolica. «Armida Barelli – ha aggiunto Compiani – è stata una grande propugnatrice della matrice culturale cattolica. Nell’università di oggi la sua memoria è un impulso a rimanere fedele all’ispirazione originaria, ricordando che ogni sapere che ricerca la verità è un cammino che viene fatto per il bene dell’uomo. In questo senso apre sempre al mistero di qualcosa di grande e anche al mistero di Dio».

La celebrazione, presieduta dal vescovo Antonio Napolioni, alla presenza di studenti, docenti, responsabili di ateneo e delle residenze universitarie che hanno gremito la cappella del campus, si è aperta con la lettura, da parte di una studentessa, della biografia della fondatrice dell’ateneo, insieme a padre Agostino Gemelli, beatificata da Papa Francesco lo scorso 30 aprile, le cui reliquie sono state accolte nelle sedi dell’Università Cattolica di tutta Italia.

«Il campus di Santa Monica custodisce questa sfida: un’aula speciale che rende possibile l’acquisizione di una sapienza più integrale. E il genere letterario che qui si usa è quello del silenzio, dell’ascolto, della poesia, cioè della creatività spirituale, oltre che intellettuale», ha detto il vescovo durante la sua omelia, in cui ha messo in guardia dalla tentazione degli uomini di «impossessarsi» della giustizia di Dio «e in nome di questo Dio si facciano “religiosamente” giustizieri gli uni degli altri». Una denuncia, quella di monsignor Napolioni, alle notizie che oggigiorno, e ogni giorno, saturano le menti e le coscienze di ognuno: «Sentire che delle ragazze che vogliono studiare vengono ammazzate, violentate e incarcerate nel mondo perché offendono Dio, oggi, nel 2022 – ha proseguito – ci devo far raccapricciare».

Ma allora – ha aggiunto il vescovo continuando a commentare il brano del profeta Isaia proposto dalla liturgia – viene naturale chiedersi: «perché questo brano viene letto proprio durante il periodo di Avvento? Perché, attraverso lo scandalo, attraverso questo rischio di essere al servizio di un Dio despota e a nostra volta violenti propagandisti di questa sua autorità, si risvegli in noi un sussulto di coscienza». E ha proseguito: «La risposta a questo sussulto è proprio quel Bambino, che rappresenta la differenza e la novità cristiana davanti alla tentazione umana di farci delle religioni che ci rendano vincenti, ci diano potere. La novità di un Dio che rivela la sua onnipotenza attraverso la tenerezza, l’umiltà e il perdono».

E anche il brano del Vangelo del giorno ha costituito uno spunto su cui il vescovo Napolioni ha costruito la sua omelia. Viene narrato il racconto in cui Giovanni il Battista, all’inizio della sua missione, vuole verificare chi sia colui per il quale sta dando la sua vita, e manda a chiedere a Gesù: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettarne un altro?».

«Gesù non risponde chiaramente alla domanda, perché lascia la porta aperta a tutti noi, che siamo “quell’altro Gesù” – ha concluso il vescovo –. Gesù ha iniziato un’opera e, attraverso il dono dello Spirito, fa sì che ogni ragazzo, ogni ragazza, ogni docente, ogni vocazione, sia un prolungamento della sua missione d’amore nel mondo. Lui ha inaugurato un’umanità nuova in cui ognuno trova realizzazione nell’identificarsi con la presenza di Gesù. Questo è il Natale che auguro a me stesso e a voi».

Al termine della celebrazione, l’annuncio, da parte di don Compiani, dell’appuntamento del prossimo 22 aprile, in cui Papa Francesco accoglierà in udienza tutte le istituzioni che hanno contribuito alla beatificazione di Armida Barelli, delle quali anche l’Università Cattolica fa parte.

Matteo Cattaneo

Cremona Sette, 18 dicembre 2022